Leonardo e la morte della Gioconda di G. P. Rossi su Babele Letteraria
2 Settembre 2020

Leonardo e la morte della Gioconda di G. P. Rossi, edito da Diarkos

Salai è un uomo violento e un ladro che vive di sotterfugi e che probabilmente non si rende conto della sua fortuna nell'essere discepolo di Leonardo da Vinci. Questi, dal canto suo, si mostra continuamente duro nei gesti e nelle parole con il suo discepolo. Ma quando nella Milano del 1496 sarà incaricato di investigare sul misterioso avvelenamento di Bianca Giovanna Sforza, Leonardo si renderà conto di quanto può essere utile il suo discepolo. I due scopriranno che dietro il tentato omicidio della ragazza c'è la Francia, col preciso intento di spodestare il Moro ed entrare a Milano. Ma la vita del maestro non sarà più la stessa. Dovrà fare i conti con l'oscura presenza della strega Arima che cercherà di ostacolare in ogni modo Leonardo; questi si vedrà costretto a scappare in Francia, dove il ritratto realizzato a Bianca Giovanna Sforza, "la Monnalisa da giovane", sarà la chiave per dirimere molti misteri.

Un romanzo, questo di G. P. Rossi edito da Diarkos, ben strutturato nella narrazione degli eventi che dimostra, allo stesso tempo, una grande accuratezza da parte dell'autore nel ricostruire la Milano nella quale avvengono le vicende narrate dalla voce di Salai.

Devo ammettere di aver trovato Salai irritante, un uomo senza spessore che però si è trovato al posto giusto e ancora mi chiedo come abbia potuto Leonardo da Vinci, nella finzione narrativa, avere un discepolo del genere. Era proprio questo l'intento dello scrittore? Renderci il narratore odioso e spingerci a voler sapere se fosse stato in grado di portare a termine il suo compito? Lo chiederemo direttamente a lui.

 

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