Un romanzo, questo di G. P. Rossi edito da Diarkos, ben strutturato nella narrazione degli eventi che dimostra, allo stesso tempo, una grande accuratezza da parte dell'autore nel ricostruire la Milano nella quale avvengono le vicende narrate dalla voce di Salai.
Devo ammettere di aver trovato Salai irritante, un uomo senza spessore che però si è trovato al posto giusto e ancora mi chiedo come abbia potuto Leonardo da Vinci, nella finzione narrativa, avere un discepolo del genere. Era proprio questo l'intento dello scrittore? Renderci il narratore odioso e spingerci a voler sapere se fosse stato in grado di portare a termine il suo compito? Lo chiederemo direttamente a lui.