LUIGI PECCHIOLI, AUTORE DEL LIBRO "PIL, SPREAD, DEBITO PUBBLICO E ALTRE PILLOLE DI ECONOMIA" su Abruzzo Web
9 Ottobre 2020

"QUEST'ANNO IL RAPPORTO DEFICIT/PIL SFORERÀ IL TETTO DEL 10 PER CENTO, UN LIVELLO ENORMEMENTE PIÙ ALTO DEL DEFICIT CONSIDERATO IN PASSATO SANO E SOSTENIBILE. OCCORRONO INTERVENTI STATALI IMMEDIATI A FONDO PERDUTO, CON DENARO RACCOLTO ATTRAVERSO EMISSIONI DI TITOLI DI STATO, SENZA ATTENDERE I SOLDI DALL'EUROPA"

“DA CRISI COVID SI ESCE CON POLITICHE ESPANSIVE. LIBERISMO HA FALLITO”

L’AQUILA – La risposta alla crisi economica provocata dal lockdown per l’emergenza Covid-19 dimostra la bontà delle teorie keynesiane, considerate attualmente eterodosse e l’ennesimo fallimento pratico del liberismo.

Ci si è resi conto infatti che occorre stimolare la domanda e che le politiche dal lato dell’offerta, principio basilare del liberismo, non sono efficaci se vi è una crisi di redditi.

Persino il tabù del debito pubblico è stato messo in discussione: si è dovuto ammettere che solo politiche di stimolo in deficit possono dare quell’aiuto, quella spinta necessaria per sostenere la ripresa.

Per dissimulare la marcia indietro si è cercato di sostenere che i soldi dall’Europa non sarebbero un vero debito e comunque sarebbero meno gravosi, ma, a parte l’evidente falsità dell’assunto, la realtà è che quest’anno il rapporto deficit/pil sforerà il tetto del 10 per cento, un livello enormemente più alto del deficit considerato in passato sano e sostenibile.

Per rilanciare l’economia privata occorre debito pubblico, ovvero spesa pubblica e sostegno ai redditi.

L’Italia ha colpevolmente atteso che questa banale verità venisse attuata dalla Unione europea, così aggravando gli effetti della chiusura, attraverso lo stanziamento di fondi comunitari, che però soffrono sempre dello stesso problema: il denaro deve essere raccolto attraverso emissioni di titoli e per far ciò prima di tutto gli Stati membri devono mettere le risorse economiche per creare la base per queste emissioni.

In pratica funziona così: prima versi tu il denaro, poi la Ue, sia attraverso il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), sia attraverso altri strumenti come il Recovery Fund, emette obbligazioni per raccogliere le somme che ti saranno prestate, non subito e a rate, che dovrai utilizzare solo come ti dicono loro e che dovrai restituire con gli interessi che stabiliscono loro.

Non solo: visto che devi garantire il rimborso e la fiducia fra membri scarseggia, ti chiedono pure di fare delle manovre di risparmio e tagli, ipocritamente chiamate “riforme”, che garantiscano la tua solvibilità, con una sorveglianza continua e con la possibilità di bloccare i successivi versamenti se il percorso di consolidamento non è convincente.

Un vero affare…

Purtroppo il nostro governo non sembra essere all’altezza per affrontare una crisi che da sanitaria è diventata soprattutto economica: si sono dati incentivi inutili, come il bonus monopattini, e si sono lasciate sole le imprese, confidando nel settore bancario a cui si è chiesto un “atto di amore”, dimenticando che le banche già soffrivano dei crediti incagliati e non riscossi derivanti dalla precedente crisi del 2011 e non possono permettersi ulteriori rischi per non sforare i parametri di solidità imposti dalla Banca centrale europea.

Il risultato è stato che i crediti sono stati erogati con il contagocce, nonostante la garanzia statale, con effetto pressoché nullo nei confronti del settore produttivo.

Questa situazione sta portando a chiusure di aziende e negozi, con una stima di perdita del pil che si stima al 12 per cento, molto più grave di quanto avvenuto nel 2009, quando il calo si era attestato intorno al 5 per cento.

Se non si prende atto che occorrono interventi statali immediati a fondo perduto, con denaro raccolto attraverso emissioni di titoli di Stato, senza attendere i soldi dall’Europa, che se va bene si avranno non prima della seconda metà del 2021, la situazione economica si avviterà in una spirale recessiva che durerà anni.

* Giurista. Studioso di economia. Socio di A/simmetrie. Responsabile Accademia federale Umbria. Saggista.

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