La storia mai raccontata di Coco Chanel - Coco Chanel di Roberta Damiata su Il Giornale.it
1 Dicembre 2020

La storia mai raccontata di Coco Chanel

Pubblichiamo, per gentile concessione dell'autrice, un estratto di Coco Chanel. Unica ed inimitabile (Ed. Diarkos)

Saumur, Francia 1883. Il sole era al tramonto. Faceva caldo quel 19 agosto quando nacque Gabrielle, una bambina dai capelli scuri e con una tale fame di vita che a memoria d’uomo la suora che la aiutò a venire alla luce non ricordava.

Sua madre aveva appena vent’anni ed era spaventata e sola. Vicino a lei non c’era nessuno a tenerle la mano quando i dolori del parto si fecero sentire così forti da impedirle quasi di respirare. «Jeanne, spingi», le gridava una delle monache che erano accorse in suo aiuto. Non avevano fatto in tempo neanche a farla arrivare in una delle stanzette dell’ospizio gestito dalle suore1. La creatura stava quasi per nascere per terra nell’ufficio dell’accettazione. La madre superiora, severa e poco incline alla solidarietà femminile, non aveva apprezzato quell’improvvisa intrusione nella loro vita monastica così silenziosa e piena di pace. La creatura che stava per venire al mondo la infastidiva con tutto il trambusto che aveva creato. Le grida della ragazza si fecero più forti quando una delle sorelle con la voce rotta dall’emozione si girò verso di lei per annunciare: «È nata, è una femmina».

L’insofferenza della madre superiora si trasformò, a guisa di fulmine, in un senso di tristezza profonda. Nascere femmina, senza un padre presente, in un ospizio nel cuore della Loira, non era sinonimo di buona sorte per una neonata. “Cosa avrebbe potuto fare nella vita?”, si chiese mentre la bambina veniva pulita con una pezza di lino. Quale sarebbe stato il futuro suo e di quella giovane mamma che aveva già un’altra figlia piccola lasciata chissà dove? Nulla di buono le venne in mente, così decise di distogliere lo sguardo da quell’esserino ancora pieno di sangue e vita che urlava a più non posso e si incamminò verso la porta. Uscì di fretta da quella occasionale nursery e a passo veloce arrivò nella chiesetta dove due suore, arrivate da poco al monastero, stavano sistemando vasi di fiori freschi. La preghiera, era quella la soluzione. Affidare quella creatura a Dio: che la facesse vivere come si deve o che se la portasse via subito.

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