John Lennon, nove canzoni pubblicate postume. Il nuovo libro di Oliva e Russino su Rockol.it
9 Dicembre 2020

John Lennon, nove canzoni pubblicate postume

Scelte nell'ampia discografia ufficiale pubblicata dopo la morte dell'ex Beatle
Dopo la morte di John Lennon sono stati pubblicati - ufficialmente, intendiamo - 19 fra album, raccolte, box, cofanetti, compilation di sue canzoni (diventeranno 20 all'inizio del 2021 quando uscirà il box set di "Plastic Ono Band"), Un'uscita ogni due anni, in pratica. Per orientarsi in questa fin eccessiva produzione, e fra i brani più interessanti che vi sono inclusi, ci siamo affidati alla competenza di Vincenzo Oliva e Riccardo Russino, che sulle canzoni di John Lennon hanno scritto un libro da poco ripubblicato (da Diarkos) in edizione ampliata.  
"I’m Losing You"
(da "John Lennon Anthology", 1998)
Di questa canzone di "Double Fantasy", l'ultimo disco uscito con John Lennon in vita, esiste una versione rock pubblicata diciotto anni dopo la sua scomparsa.
Nel 1980 Lennon incide anche una versione di "I’m Losing You più rock e potente rispetto a quella pubblicata su "Double Fantasy". L’idea è del produttore Jack Douglas: aveva da poco lavorato con i Cheap Trick, un gruppo rock, voleva dare una marcia in più alla canzone, e per questo convoca due membri di quella band. Rick Nielsen alla chitarra e Bun E. Carlos alla batteria affiancano Lennon e due musicisti del gruppo abituale di "Double Fantasy": il risultato è una "I’m Losing You" travolgente. Questa versione però è rimasta inedita fino al 1998, quando è stata pubblicata nella "John Lennon Anthology". L’ex Beatle infatti all'epoca l’accantona e ne registra una più “morbida”: con il suo nuovo disco non vuole ricordare, nemmeno con i suoni e gli arrangiamenti, il vecchio Lennon arrabbiato e disperato di "Cold Turkey" o dell’album "Plastic Ono Band". I tre trilli che aprono "(Just Like) Starting Over" sono un chiaro messaggio su quanto fosse cambiata, in meglio, la sua vita negli anni.
"Nobody Told Me" 
(da Milk And Honey, 1984)

Un rock incalzante con un grande riff di chitarra, "Nobody Told Me" è la canzone del disinganno e della disillusione: gli ideali e le rivendicazioni di libertà per cui la generazione di Lennon si era battuta sono stati raggiunti ma, in realtà, nessuno riesce a coglierne l’essenza e tutto si ferma a un livello superficiale. Il musicista esprime la propria amarezza e la propria disillusione con versi che colgono la dicotomia tra forma e sostanza: «Tutti parlano ma nessuno dice una parola», oppure «Sta sempre accadendo qualcosa ma non succede mai niente», «Tutti fanno l’amore ma a nessuno interessa veramente». Ecco poi il ritornello: «Nessuno mi aveva detto che ci sarebbero stati giorni così / Giorni davvero strani». Infine, Lennon pare rassegnato a non stupirsi più di nulla: «C’è un Ufo sopra New York / E non ne sono troppo sorpreso».


"Grow Old With Me"
(da "Milk And Honey", 1984)

La delicata "Grow Old With Me", di cui Lennon registrò solo alcune demo, è una delle sue canzoni migliori, sia per il testo sia per la melodia. 
"Grow Old With Me" è una delle più belle canzoni d’amore scritte da John Lennon per Yoko Ono, e il verso conclusivo nella sua semplicità rende quasi tangibile la forza che l’amore può dare per superare insieme qualsiasi problema: «Invecchia con me / Qualunque cosa ci riservi il destino / Noi la supereremo / Perché il nostro amore è vero».

All’interno della stampa del 2001 in cd di "Milk And Honey", accanto al testo di "Grow Old With Me" ci sono delle foto di John e Yoko con abiti ottocenteschi: sono truccati da Robert Browning ed Elizabeth Barrett, una coppia di poeti inglesi dell’Ottocento. «John e io avevamo pensato, tra le molte altre cose, che potevamo essere la reincarnazione di Robert ed Elizabeth», ha spiegato Yoko Ono. «La cosa buffa è che Elizabeth era più vecchia di Robert, proprio come io ero più vecchia di John». E così, affascinati dai due poeti inglesi, avevano scritto una canzone a testa ispirandosi alle opere di Browing e della Barrett. La canzone di Yoko Ono è "Let Me Count The Ways", quella di Lennon "Grow Old With Me".

I'm The Greatest
La versione di Lennon è inclusa nella John Lennon Anthology (1998).

La canzone è stata pubblicata da Ringo Starr nell’album Ringo (1973).

La prima stesura di "I’m The Greatest" è datata dicembre 1970, quando Lennon aveva iniziato ad abbozzare alcune idee per il suo nuovo album, il seguito di "Plastic Ono Band". La canzone era stata provata nel 1971 durante le registrazioni di Imagine: la melodia era ben definita, mentre il testo era incompleto. L’idea base però era chiara: la canzone doveva celebrare l’ego di Lennon. "I’m The Greatest" però rimase inutilizzata fino al 1973, quando l’avrebbe recuperata per offrirla a Ringo Starr per l’album Ringo. «“Sono il più grande” era una frase di Muhammad Ali», aveva spiegato Lennon. «La canzone era perfetta per Ringo, se io avessi cantato “Sono il più grande” sarei stato preso troppo sul serio, ma nessuno ha avuto nulla di ridire quando l’ha cantata Ringo». Prima di passarla all’amico, Lennon aveva completato il testo con versi su misura per l’ex compagno: da segnalare il riferimento a "Back Of Boogaloo", 45 giri di grande successo pubblicato da Ringo nel 1972, e uno a Billy Shears, il personaggio di "With A Little Help From My Friends", brano interpretato da Ringo in "Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band". Ringo, da parte sua, aveva variato, con realistica umiltà, un verso: da «I was the greatest show on earth» («Ero il più grande spettacolo della terra») a “I was in the greatest show on earth” («Sono stato nel più grande spettacolo della terra»).


Here We Go Again
Pubblicato sull’album Menlove Ave. (1986). 

"Here We Go Again" era stata provata tra l’ottobre e il novembre del 1973 durante le registrazioni di "Rock’N’Roll". Il brano, l’unico firmato Lennon-Spector, è rimasto inedito fino al 1986, quando è stato incluso in "Menlove Ave"., album postumo composto quasi interamente da brani tratti dalle registrazioni di "Rock’N’Roll" e "Walls And Bridges". 
"Here We Go Again" è una malinconica ballata nella quale Lennon fa il punto sulla sua vita artistica, con una nota di amarezza circa l’ascendente che pensava di avere sul pubblico nel 1973: «E così sono di nuovo qui a dirvi ciao / Anche se in fondo non frega più a nessuno». Va ricordato che all’epoca, il 1973, John Lennon era reduce dal flop di "Some Time In New York City" ed era l’ex Beatles che aveva avuto meno successo di vendite. 

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