“Patti Smith. La forza della parola” di Patrizia De Rossi su Fidest- Agenzia giornalistica
3 Febbraio 2021

Lutti e gravi perdite hanno scandito la sua vita, lei in cambio non si è mai risparmiata e ha contribuito a cambiare il potere della parola declinandola in musica e poesia, grido e contestazione. New York e Parigi hanno accolto Patti Smith, l’hanno accudita e nutrita, restituendo al mondo un’artista in grado di ricordarci che «people have the power»; un merito che va condiviso però con tutte le persone che sono entrate nella sua vita, anche se molte di loro in maniera indiretta attraverso opere o lasciti. Patti Smith non sarebbe stata la stessa senza i versi di Rimbaud, senza quel suo personale rapporto con Dio, senza il Chelsea Hotel e la St. Mark’s Church in the Bowery, senza la relazione simbiotica con Robert Mapplethorpe, senza gli amici della Beat Generation o senza l’amore di Fred “Sonic” Smith perché la sua arte non può prescindere dall’esperienza vissuta, sempre forte della convinzione che «paths that cross will cross again». Una vita poliedrica, la sua, fatta di avvenimenti che ti segnano, per questo la sua produzione spazia dalla musica alla letteratura, dalla fotografia ai reading; il medium che si adegua alle necessità espressive dell’artista e viceversa in un nesso osmotico.
PATRIZIA DE ROSSI è nata a Roma, dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Nel 2020 con Diarkos ha pubblicato il suo terzo libro su Luciano Ligabue, Re Start, per celebrare i trent’anni di carriera dell’artista emiliano. In precedenza su di lui aveva scritto Certe notti sogno Elvis (1995), primo in assoluto sul Liga, con prefazione dello stesso, e Quante cose che non sai di me. Le 7 anime di Ligabue (2011). Nel 2015 pubblica Autostop Generation, aneddoti e interviste a personaggi che hanno raccontato una filosofia degli anni Settanta. Nel 2014 ha pubblicato Bruce Springsteen e le donne. She’s the one, un libro sulle figure femminili nelle canzoni del Boss e su come queste siano cambiate nel corso degli anni, rimanendo sempre una costante imprescindibile e fondamentale. Nel 2012 scrive Gianna Nannini Fiore di Ninfea, excursus critico tra rock e tradizione, musica e arte nella vita dell’artista senese. Nel 2005 – in collaborazione con Ermanno Labianca – pubblica su Ben Harper, Arriverà una luce. Dal 2006 è direttore responsabile di «Hitmania Magazine», periodico di musica, spettacolo e culture giovanili.

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