Tyson, realtà e leggenda dell’uomo “più cattivo del pianeta” su èNordEst
22 Febbraio 2021

Il pugilato è senza ombra di dubbio una tra le discipline sportive più cruente, più difficili da interpretare, ma quella che sia a livello letterario che cinematografico si è prestata ad autentici capolavori, raccontando le gesta di “personaggi” incredibili. Come scriveva l’inarrivabile Osvaldo Soriano, giornalista e scrittore argentino morto nel 1997 a soli cinquantaquattro anni “nel pugilato la parte migliore, la più agghiacciante è il duello di sguardi un attimo prima di cominciare l’incontro”. Queste parole Soriano le scrisse come incipit ad un suo breve racconto dove narrava dell’incontro tra i pesi massimi Frank Bruno e Mike Tyson.

Un libro su Tyson

Sul campione statunitense proprio in questi giorni è uscito un nuovo libro intitolato “Mike Tyson- The baddest man on the planet” edito da Diarkos a firma del giornalista Fausto Narducci capo redattore della Gazzetta dello Sport . Per anni inviato soprattutto a seguire i più importanti avvenimenti mondiali legati al pugilato e all’atletica leggera. Dando subito un’occhiata alla copertina del libro (256 pagg. Euro 18) ci si rende conto che effettivamente Tyson possa essere “l’uomo più cattivo sul pianeta”. Però sfogliando le pagine di questo “racconto” andiamo incontro alla descrizione non soltanto del pugile, del picchiatore (tra l’altro attraversato da periodi di depressione), ma anche dell’uomo e soprattutto della sua decadenza post ring e della sua seguente risalita.

Non solo Tyson

Non c’è solo Tyson tra le pagine e non emerge soltanto la sua figura, ma l’autore Fausto Narducci tratteggia con eleganza diversi personaggi che hanno ruotato in positivo e in negativo attorno al grande campione. Se vogliamo un libro molto diverso dal precedente “True-La mia storia” edito da PIEMME e scritto dallo stesso Tyson assieme a Larry Sloman. In quel libro emergevano tutti gli aspetti del pugile ed in particolare si soffermava molto anche sui suoi appetiti sessuali descrivendone i minimi particolari.

Il libro

Il libro di Narducci sfuma questi “fatti” e si sofferma più sulle sue origini, narrando con molta precisione i luoghi dove è nato, il quartiere malfamato di Brooklyn e del suo primo allenatore Bobby Stewart che lo salvò dal riformatorio. La passione per i piccioni e le prime risse per la strada con le piccole band di giovani teppisti. Un campione che a 14 anni pesava già 90 chilogrammi per solo 1,70 di altezza (la sua statura definitiva sarà di 1,79), dotato di un collo taurino.

Le tre “M” di Tyson

Si parla della sua grande passione per l’Italia racchiusa nelle tre “M” ovvero motori, maccheroni e moda. Le spese folli sotto quest’ultimo aspetto comprando abiti di Versace, Dolce e Gabbana e Giorgio Armani, senza tralasciare le Ferrari. La reverenza per Cassius Clay/Muhammad Alì che gli sarà vicino nel momento che anche lui deciderà di abbracciare la fede musulmana prendendo il nome di Malik Abdul Aziz.

 

Il famoso morso

Ovviamente non può mancare all’appello in queste pagine l’episodio che ha fatto più clamore nel corso della vita e carriera di Mike Tyson, il famoso morso all’orecchi di Evander Holyfield durante il match valevole per il titolo mondiale dei massimi che non riuscì a riconquistare. L’amicizia con Donald Trump al quale portò in campagna elettorale oltre ventimila voti dalla popolazione nera, l’avventura in taxi con Naomi Campbell, il legame con il grande Cus d’Amato maestro di pugilato che lo prese sotto la sua ala e lo portò fino alla conquista del titolo mondiale contro il canadese Trevor Berbick quando aveva soltanto vent’anni.

D’Amato non lo ha visto campione

Purtroppo D’Amato morì prima di quell’incontro e non potè vedere il suo “pupillo” con la cintura di campione del mondo dei pesi massimi. Un dolore che Tyson si porta ancora dentro a testimoniare la sua fragilità di uomo che ancora oggi si domanda come possa essere ancora vivo dopo un’esistenza trascorsa tra pugni, droga, alcol sesso sfrenato e la dura esperienza del carcere.

Tyson oggi

Oggi ha cinquantacinque anni, sette figli avuti da donne diverse, un plateale ritorno sul ring in un incontro farsesco contro Roy Jones. Ci sarebbe da scrivere ancora tanto, ma possiamo concludere che avendo letto questo libro siamo dell’idea che al di là di tutto il campione resta e a nostro parere va incluso tra i più forti pesi massimi di tutti i tempi, tenendo presente che le classifiche lasciano il tempo che trovano. Lo sa anche lui “l’uomo più cattivo sul pianeta” di essere tra i primi, purtroppo ha ecceduto nella vita privata, ma questo è un altro discorso.

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