“Gli Agnelli. Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato la storia del Novecento italiano” di Antonio Parisi su Letture.org
12 Marzo 2021

Dott. Antonio Parisi, Lei è autore del libro Gli Agnelli. Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato la storia del Novecento italiano edito da Diarkos. Nell’immaginario collettivo, la dinastia torinese rappresenta la “famiglia reale” italiana: in che modo la famiglia Agnelli è sempre stata al centro delle cronache italiane?
Le grandi ricchezze della famiglia Agnelli accresciute a dismisura dopo le forniture di guerra della Prima Guerra Mondiale e poi della Seconda Guerra Mondiale, pagate in oro fino, la posero al centro dell’immaginario collettivo. La famiglia, tra l’altro, a Torino si trasformò in una sorta di surrogato della Casa Reale, che pur avendo conservato legami con la vecchia capitale del regno, aveva trasferito la sua sede principale a Roma. Questo ruolo, si rafforzò dopo il 1946, quando nacque la Repubblica, e casa Savoia fu esiliata. Molta parte della società italiana era comunque rimasta monarchica, persino il mondo intimamente repubblicano sentiva il fascino della monarchia e questo ruolo fu assunto dagli Agnelli, che pur rimanendo borghesi seppero incarnare alcuni tratti della nobiltà. Anche se la nobiltà sabauda non apprezzò e non accettò appieno l’Avvocato.

Come e quando nasce la fortuna degli Agnelli?
Quando Giovanni Agnelli, nonno dell’Avvocato, accettò un pugno di azioni offertegli dal conte Emanuele Cacherano di Bricherasio per entrare a far parte della nascente fabbrica torinese di automobili. Da semplice segretario del consiglio di amministrazione, Giovanni Agnelli sr., grazie ad azioni molto controverse riuscì, ad entrare in possesso di tutte le azioni. Cacherano di Bricherasio fu trovato morto, forse suicida, in una residenza dei Savoia. Da quel momento la crescita degli Agnelli fu inarrestabile.

Gianni Agnelli ha indiscutibilmente rappresentato un’icona del capitalismo e dell’imprenditoria: qual era la personalità dell’Avvocato?
Il fascino l’Avvocato lo aveva preso tutto da sua madre, Virginia Bourbon del Monte, donna inauditamente bella, pur dopo aver messo al mondo 7 figli, conservò una tale bellezza che il colonnello Eugene Dolmann, comandante la piazza di Roma, svenne, nell’intravedere la guapperie della donna. Giovanni Agnelli aveva una personalità apparentemente forte, disinvolta, insofferente, per alcuni versi, alle regole. Era un uomo di mondo, creava con il suo abbigliamento, la moda. Girava sempre senza soldi in tasca. Disattento verso i figli ma attentissimo a far soldi, usando la bravura dei sottoposti che in più di una occasione salvarono la Fiat dal disastro. Proprio su questo punto ci sarebbe molto, tanto da indagare.

Quali misteri avvolgono la morte di Edoardo Agnelli?
Sono almeno 20 i misteri legati alla morte di Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato. Nel mio libro li evidenzio. Dagli orari del presunto suicidio, al fatto che il corpo caduto da oltre 80 metri sul pietrame sottostante era sostanzialmente intatto con i mocassini ancora ai piedi. Persino gli scarponcini strettamente allacciati volano via dopo un volo di 80 metri. Edoardo era con gli indumenti in ordine. Non è mai stata fatta l’autopsia e in proposito, ignote fonti, prima giudiziarie poi della questura cercarono di depistare negando questa circostanza. Edoardo secondo me fu ucciso e adagiato sul greto del fiume nelle vicinanze di Fossano. Edoardo era uomo buono, fu diffamato da ambienti vicini alla famiglia. Voleva vedere chiaro negli affari di famiglia. Si rifiutava di cedere le sue azioni delle società di controllo dell’impero di famiglia.

Altre morti misteriose costellano la storia della famiglia, come ad esempio quella di Giorgio Agnelli, fratello di Gianni, come Edoardo considerato la pecora nera della famiglia.
Giorgio Agnelli era insofferente verso l’Avvocato che lo bullizzava. Giorgio minacciò di cedere il suo pacchetto azionario di Fiat e forse sparò un colpo di pistola verso il fratello Gianni. Il giorno dopo, al mattino presto, una ambulanza lo prelevò a forza. Fu portato in clinica psichiatrica in Italia e poi in Svizzera dove pochi mesi dopo morì suicida, buttandosi dall’ultimo piano della clinica dove era tenuto. Toccare le azioni Fiat era dunque pericoloso. Sono morti in maniera strana anche i genitori dell’Avvocato. Il padre morì il 14 luglio (giorno della commemorazione della rivoluzione francese) del 1935, con la testa tagliata dalle pale di un’elica, (manco fosse stato ghigliottinato). Anche la madre, morì con il collo spezzato.

Quali segreti custodiscono Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens?
Gabetti è morto qualche mese fa. Rimangono in pista ancora l’avvocato Franzo Grande Stevens e l’avvocato Siegfried Maron. Questi uomini hanno avuto le chiavi dei grandi misteri finanziari della Fiat. Le loro operazioni all’estero. Quali e quante sono le casseforti all’estero degli Agnelli? Perché era necessario che Edoardo rinunciasse al suo pacchetto azionario? L’avvocato sapeva quante ricchezze aveva all’estero e soprattutto era il vero proprietario della Fiat? A queste domande gli avvocati dell’Avvocato, probabilmente potevano ben rispondere.

Ha suscitato profondo sbigottimento la morte improvvisa di Sergio Marchionne: cosa nasconde questa triste vicenda?
Marchionne era arrivato in Fiat perché ce lo aveva voluto Gabetti. È stato uomo in grado di consegnare agli eredi Agnelli una azienda non fallita, come avrebbe rischiato il colosso torinese. La morte di Marchionne, come tutte le cose più importanti dell’universo Fiat, è avvolta da un alone di riservatezza che ha fatto nascere tanti sospetti, ipotesi e persino leggende. Si è scritto e detto di tutto, compresa la fola, a mio dire, che Marchionne non sia morto. Marchionne ha colpito talmente tanto l’immaginario che ci si rifiuta di credere che non c’è più. Un po’ come Elvis Presley e Michael Jackson.

Antonio Parisi, giornalista, vive a Roma. Ha diretto l’emittente nazionale Rete Mia e per due anni, il quotidiano il Meridiano. Da anni segue il caso della morte di Edoardo Agnelli, raccogliendo documenti e testimonianze e scrivendo articoli. Sulla vicenda di Edoardo è stato al centro di una clamorosa puntata de La Storia siamo noi.

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