“Storia dell’Inquisizione” di Massimo Centini su Medievaleggiando
21 Giugno 2021

In generale va detto che la verità non sta né dalla parte demonizzante l’Inquisizione, né da quella che la difende a spada tratta e l’assolve da tutti gli abusi. Come sempre, la verità sta nel mezzo.”

Abbiamo già avuto modo nei mesi scorsi di parlarvi della nascita dell’Inquisizione e delle sue procedure, cercando di fornire un quadro neutro su ciò che, storicamente, è stata questa istituzione fondata dalla Chiesa. Su quest’onda si colloca il nuovissimo studio Storia dell’Inquisizione. I metodi e i processi del tribunale di Dio, edito da Diarkos, a firma dell’antropologo Massimo Centini.

Come si evince dalla citazione in apertura, lo studio di Centini mira a fornire al lettore una panoramica neutra, e supportata da fonti storiche, dell’ufficio dell’Inquisizione. Degno di nota è l’approccio divulgativo che riesce nell’intento di rendere chiare ai lettori, siano essi appassionati, curiosi o addetti ai lavori, le dinamiche e le evoluzioni che si sono susseguite nel corso dei secoli e che hanno portato alla creazione e alla diffusione del “mito” da cui siamo ancora oggi condizionati.

Il ruolo metastorico dell’Inquisizione non deve essere esasperato, pur considerando che un tribunale di quel genere, sopravvissuto fino al XIX secolo, costituisce un evento da non sottovalutare. Forse, anche per la sua longevità, intorno a esso si sono addensate ricostruzioni poco aderenti alla realtà.”

L’intento dell’autore, infatti, è quello di non cadere nel tranello del pressapochismo, dei facili giudizi, delle conclusioni approssimative. Il suo, e il nostro, è un viaggio che ripercorre tutte le tappe salienti di questa istituzione, partendo dal principio, nel Medioevo, con la caccia ai dissidenti religiosi che stavano mettendo a dura prova la serenità della Chiesa, fino ad arrivare alla “Grande Caccia” seicentesca, in cui gli eretici passano in secondo piano, per lasciare il posto di protagonisti alle streghe, stregoni e adoratori del demonio. Centini riesce a smantellare, nel corso del volume, tutte quelle dicerie e i “sentito dire” cui siamo abituati, ponendo il giusto accento su tutti gli aspetti che hanno caratterizzato il tribunale più “terribile” di sempre. Non tralascia di spiegare, infatti, che in questo meccanismo di persecuzioni e sospetti non mancò l’appoggio dei ministeri laici, cosa che a volte dimentichiamo quando affrontiamo questo tema.

Sfogliando le pagine, che scorrono fluentemente con uno stile chiaro e conciso, troviamo esempi, procedure, fonti, processi e protagonisti di una storia che, analizzata con rigore e onestà intellettuale, assume dei contorni più realistici, senza però intaccare il suo fascino “macabro”. Un ottimo spunto di riflessione è costituito poi dal capitolo conclusivo dello studio che offre una panoramica di come l’Inquisizione sia stata reinterpretata attraverso le arti che, volenti o nolenti, hanno contribuito a plasmare e alimentare il mito di questa istituzione.

Un saggio assolutamente consigliato sia a chi si approccia per la prima volta al tema, sia a chi sente il bisogno di approfondire l’argomento da più punti di vista e in maniera completa

 

Martina Corona

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