Recensione del libro “Mike Tyson” di Fausto Narducci su Pagine di Sport
25 Giugno 2021

RECENSIONE DI A.C., professore di Lettere Italiane e Latino, giornalista e appassionato di sport

Non aveva l’eleganza e l’agilità di Ali. Tutt’altro. La sua boxe era essenzialmente potenza. Spesso violenza allo stato puro. Eppure Mike Tyson è stato un grande pugile: il più giovane campione del mondo dei pesi massimi, a vent’anni e 145 giorni, autore, nei primi anni da professionista, di 19 k.o. consecutivi, molto spesso ottenuti al primo round, se non addirittura al primo pugno. Dire che ha segnato un’epoca della box, non è esagerato. Ma Tyson ha segnato un’epoca anche fuori dal ring, con la sua vita sregolata, violenta, sempre oltre i limiti. Un modello, insomma, più nel male che nel bene.

Di Tyson si sa (quasi) tutto. Delle sue imprese sportive e delle sue vicissitudini umane hanno parlato giornali e riviste; lo hanno ospitato programmi televisivi di mezzo mondo; lui stesso ha curato due autobiografie e dalla sua vita è stato ricavato anche un testo teatrale. Eppure c’è sempre qualcosa di nuovo da aggiungere, qualche particolare da evidenziare, qualche contesto da chiarire. È quello che fa FAUSTO NARDUCCI, giornalista della “Gazzetta dello Sport”, con il suo ultimo libro, edito da Diarkos all’inizio di quest’anno. Il titolo è quanto mai esplicito: MIKE TYSON. THE BADDEST MAN ON THE PLANET.

Il mio scopo, precisa Narducci nell’introduzione, è dare al lettore «un ritratto obiettivo, pugilistico e umano, di uno dei più grandi boxeur di tutti i tempi». In effetti, il lavoro si muove su due binari, se così si può dire: la carriera sportiva di Mike Tyson, dagli esordi sino alla conclusione, e contemporaneamente il ritratto umano, i suoi errori, le accuse di stupro, la galera, sino a quella che sembra la sua nuova dimensione, finalmente, come dice Tyson, in pace con se stesso e con il mondo.

Narducci ha conosciuto personalmente Mike Tyson. Come inviato della “Gazzetta”, ha seguito i suoi match, lo ha intervistato, è stato testimone di alcuni suoi eccessi, sul ring e fuori dal ring. Era in sala quando Tyson con un morso staccò il lobo all’orecchio destro di Holyfield, ma lo ha anche seguito personalmente nella sua prima trasferta italiana, ospite di Silvio Berlusconi, della quale, dice, gli rimangono nella memoria alcuni eccessi del “mostro”: «lo sguardo e i commenti depravati nei confronti di una donna delle pulizie incrociata nei corridoi di Mediaset, lo stop al Parco Lambro sulla strada dell’albergo per reclutare due prostitute, gli spaghetti imbrigliati fra le dita che passavano rapidamente dal piatto alla bocca nella cena al ristorante in zona Brera e la notte in discoteca, all’Hollywood di Corso Como. La maratona, cominciata alle nove del mattino a Malpensa, si concluse così alle due di notte con due avvenenti frequentatrici del locale che lo avevano accompagnato in macchina e poi chissà dove».

Narducci non si stupisce per questi comportamenti di Tyson. Anche perché, per comprendere meglio il personaggio, per scoprire «le origini del diavolo», si è recato personalmente nei luoghi dove il campione era nato, figlio di un padre assente (diverso da quello che gli ha trasmesso il cognome) e di una madre che mai gli ha rivolto il minimo segno di affetto ed anzi «di notte portava gli uomini nello stesso letto in cui Mike» dormiva. Non stupisce che il ragazzo, cresciuto in un ambiente «dove convivevano gioco, droga, gangster, poliziotti e prostituzione», si sia ben presto inoltrato nella via della microcriminalità: «A dodici anni Tyson aveva già raggiunto un traguardo ben poco invidiabile: trentotto arresti».

È proprio in carcere, però, che Tyson intraprende la strada della boxe, grazie ad un secondino che prima lo allena e poi lo presenta a Cus D’Amato, un italoamericano che allevava giovani pugili e che per Tyson, assieme alla moglie Camille, sarà la prima ed unica famiglia. Un personaggio assolutamente positivo Cus D’Amato, capace di insegnare a Tyson le regole del pugilato, ma, per quanto possibile viste le caratteristiche dell’allievo, anche quelle della vita.

Ma non c’è solo D’Amato nel mondo della boxe descritto da Narducci. Ci sono soprattutto personaggi negativi, avidi, sfruttatori dei pugili più che loro guide. È con questi che Tyson si trova a convivere dopo la morte di D’Amato. A quel punto la sua vita prende una strada ben precisa, tra droga, alcool, violenza e tanto sesso: si esibiva «più nei letti che in palestra» sintetizza Narducci. La caduta del campione, tra un continuo «dentro e fuori dal carcere», si avvia inevitabilmente verso il declino, soprattutto dopo il processo per lo stupro a Desiree Washington e la conseguente condanna. È una caduta sportiva, quella di Tyson, nonostante vari tentativi di risalire la china, ma anche una caduta umana, aggravata dalla morte della figlioletta, e persino economica tanto che finisce in bancarotta.

Ma quando sembra avviato verso un finale di autodistruzione, Tyson trova la forza di risollevarsi, non sul piano sportivo, ma umanamente ed anche economicamente. Oggi, dice Narducci, Tyson è un uomo molto diverso da quello violento e stupratore che tutti hanno conosciuto: «Dopo il giro di boa del cinquant’anni il Cattivo, padre di sette figli e tre volte sposato, è diventato un uomo più buono che non disdegna la palestra e cura il fisico ma ha anche raggiunto, in ritardo, una sua forma di maturità».

Negli ultimi anni, Tyson ha partecipato a produzioni cinematografiche, ha prestato la sua voce in apertura di un brano di Madonna, ha dato vita ad un proprio canale su Youtube, ha creato una Fondazione per aiutare i bambini dei quartieri disagiati di tutta l’America, ha fondato una società pugilistica per giovani di belle speranze. Insomma, ancora un grande personaggio.

Tutto questo, e molto altro, nel libro di Fausto Narducci. Un libro per gli appassionati di boxe, certo, ma anche per chiunque voglia conoscere e capire meglio un personaggio che non è stato solo violenza, o, quanto meno, non lo è più.

Link all'articolo: https://paginedisport.net/2021/06/24/recensione-del-libro-mike-tyson-di-fausto-narducci/?fbclid=IwAR0tcIJRceW6Lb2Gv0H6FpBpyX7-VJgC4hbMXBJphUB9a_OUuPjVhFrKfsU