Recensione su Logos volume "La musica di fa insieme" di Coccoluto
11 Ottobre 2021

Ad un anno dalla sua scomparsa (14 maggio 2020) Ezio Bosso torna ad essere una presenza sempre più viva nel nostro mondo musicale ed educativo, attraverso due pubblicazioni molto significative di cui vi diamo conto.

 

Lo scorso anno, su queste pagine di Logos, abbiamo brevemente tracciato un profilo di questo singolare musicista del nuovo millennio mostrando la sua formazione ed alcune specificità del suo pensiero, questi due libri ampliano l'orizzonte delle nostre conoscenze.

 

Si tratta di due impostazioni editoriali molto diverse: Salvatore Coccoluto traccia un ritratto di Bosso a partire dall'ambiente urbano da cui proviene, sottolineando soprattutto l'aspetto modernistico e di “sottocultura”; l'altro volume raccoglie gli scritti editi ed inediti dello stesso Bosso dai quali è possibile entrare all'interno del suo pensiero variegato e privo di schemi predefiniti.

 

Il saggio di Coccoluto mostra la provenienza sociale del mondo di Bosso attraverso la frequentazione dei gruppi musicali sorti a Torino attorno a piazza Statuto. Il contesto comunitario, basato sulla solidarietà cittadina, l'influenza di alcune culture musicali d'oltralpe come i “Mod” mostra la sua tendenza giovanilistica verso una “ribellione elegante” unita ad una precisa definizione del suono. Il libro sottolinea anche l'influsso avuto su Bosso dalla cultura “minimalista” con John Cage e Philipp Glass.

 

Lo stile compositivo e quello interpretativo di Ezio

 

Bosso converge verso il “minimalismo” ma non è specificamente “minimalista”. E' lo stesso Bosso a prendere le distanze da ogni definizione chiusa in se stessa. Rispetto ai canoni “minimalisti” le composizioni di Bosso hanno una maggiore apertura verso la dimensione melodica, verso le sonorità ricche di “armonici” degli strumenti ad arco, quasi memore di una antica eredità vivaldiana. Il suo approccio “minimalista” evita la frammentazione tematica e la psicosi statica della ripetizione, preferendo una visione estensiva ed emotiva del materiale sonoro.

 

Il libro di Coccoluto mostra l'apporto di Bosso nell'ambito del mondo della danza e della musica per il cinema. Pochi conoscono il suo contributo all'interno della danza moderna

 

in qualità di coautore dei balletti della “Sidney Dance Company” o della “Scottish Dance Theater”. Il concetto di collaborazione all'interno di un collettivo di artisti è l'elemento fondamentale per la nascita e lo sviluppo del pensiero di Bosso: la musica di fa insieme. Da segnalare anche la presenza di Bosso nel mondo delle colonne sonore.

 

Come Philipp Glass anche Bosso si è cimentato nella ricostruzione musicale di alcune vecchie pellicole del cinema muto. L'esordio di Bosso nel cinema avviene proprio con la sonorizzazione del primo film di Hitchcock “The lodger”(1926).

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