Storia dell’inquisizione. I metodi e i processi del tribunale di Dio di Massimo Centini- Recensione del blog Septem Literary
5 Novembre 2021

Recensione a cura di Sara Valentino

Oggi vi propongo la mia lettura a un nuovo saggio di Massimo Centini. Lo stesso è docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino. Al suo attivo ha numerosi scritti pubblicati da diverse case editrici, alcuni sono stati tradotti anche all’estero.

Di inquisizione si parla abbastanza spesso, soprattutto per chi come me è appassionato di romanzi storici. Resta sempre molto interessante scoprire qualcosa di più sul famoso, tristemente famoso, Tribunale dell’Inquisizione. Non è un argomento facile, i rischi sono molteplici. Questo volume è a mio parere un buon prodotto divulgativo sull’argomento, lo stile di Centini è volutamente lineare, agevole per chi non ha basi solide alle spalle. Resta però, per chi lo desidera, allo scopo di accrescere le conoscenze sull’argomento, una vastissima bibliografia che trovate alle ultime pagine.

Partiamo dalle origini, sulle cause che hanno portato all’istituzione del tribunale. Si trattava di uno strumento potente di controllo anche e innanzitutto verso le correnti eretiche che si andavano diffondendo in Europa.

Ma cos’è l’eresia? Il termine deriva dalla parola greca HAIRESIS, significa scelta oppure setta. Oppositori della Chiesa romana, che volevano introdurre insegnamenti differenti da quelli tradizionali, inscenando così false dottrine. Tra questi movimenti, alcuni a noi molto noti, altri magari in misura minore: manicheismo, Priscillanesimo, Pataria, Catarismo, Vadismo.

Sul catarismo l’autore si sofferma per un capitolo e analizza ciò che fu il movimento, visto come un nemico dall’ortodossia, gli scontri furono tremendi, l’inquisizione medievale ebbe un gran da fare, gli esiti tremendi li conosciamo.

 

Proseguendo nella lettura ci troviamo catapultati a Venezia, al cospetto dell’Inquisizione veneziana, siamo nel XIII secolo inoltrato. Bisogna dire che il tribunale dell’Inquisizione di Venezia aveva un ruolo preminente sulle altre sedi del territorio della Repubblica e crollò nel 1797 con la caduta della stessa.

Per quanto invece riguarda l’Inquisizione romana essa aveva competenze in materia di fede su praticamente tutta la cristianità. A Roma vi era la sede centrale dove operavano i sei cardinali, inquisitori generali. I principi scanditi dalla bolla papale, con il cardinale Carafa a capofila erano: la lotta all’eresia, la riorganizzazione dei tribunali periferici, coordinarne l’opera, promuovere la diffusione dell’Indice dei libri proibiti. Al vertice vi era la Santa Sede ma comunque l’Inquisizione romana e gli inquisitori avevano numerose facoltà.

Sempre tra le ultime pagine trovate una cronologia degli eventi salienti dal 319 anno in cui Costantino vieta ogni forma di magia e fino al 1917 anno in cui Benedetto XV sopprime la Congregazione dell’Indice dei libri proibiti.

Trovo inoltre interessante dirvi che ho molto apprezzato alcune inserzioni di foto in bianco e nero a rappresentare alcune opere di Goya e di Agostino Veneziano.

Le notizie sono parecchie, il libro può essere un volume da tenere a portata di mano per eventuali consultazioni, ci sono le sezioni dedicate alle pene spirituali, corporali e finanziarie, le sofferenze ovviamente derivate, per non parlare di spettacolarizzazione della condanna. Le descrizioni seppur dettagliate sono esclusivamente a scopo divulgativo e non atte a attrarre il lettore in macabri girotondi.

 

I cacciatori del male, come da titolo del capitolo che Centini dedica ai “protagonisti”, gli inquisitori, vengono presentati in una carrellata che li ritrae per chi furono, quando vissero e per cosa sono ricordati.

L’autore ci dice che: “Andando oltre molti luoghi comuni, dobbiamo porre in rilievo che gli inquisitori erano, nella stragrande maggioranza dei casi, delle persone dotate di un notevole equilibrio, oneste, di irreprensibili costumi e certamente molto zelanti in fatto di fede; alcuni di loro persero la vita nello svolgimento del loro incarico”

Ho citato sopra le opere di Goya in quanto l’artista fu protagonista di uno scandalo suscitato da alcune sue opere che il tribunale dell’Inquisizione fece poi ritirare.

Giungiamo ai giorni nostri per tirare un po’ le fila del discorso riguardante i luoghi comuni che tra inquisizione e stregoneria hanno trovato naturalmente terreno fertile nel Cinema.

Non ci furono nè stregoni nè stregati nel paese fino a che non si cominciò a parlare e a scrivere di loro. Alonso de Salazar Frìas

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