ANTONIO BACCIOCCHI: UN LIBRO SUL SOUL SCRITTO, APPUNTO, CON L’ANIMA - Gagarin Orbite Culturali
15 Marzo 2022

Bacciocchi racconta la Soul musica e lo fa con una tale naturalezza da permettere a chiunque di entrare in contatto con un mondo musicale ampio come il mare. L’autore, da musicista ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi, aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao, Siouxsie, Brian Auger, ha scritto una ventina di libri dove la musica, appunto, rimane il fulcro di una narrazione di facile assorbimento, ma distante dall’essere banale.

Nella chiacchierata che segue, Antonio ci prende per mano, la sua è una mano callosa, di quelle che hanno frantumato bacchette della batteria e scritto libri a penna senza mai fermarsi. E fra le righe, fra le risposte attente che ci ha concesso scopriamo una voce originale, essenziale, che si porta appresso una lunga storia di vita vissuta tra musica, narrazione e conoscenza. 

La soul music è un vasto territorio, anzi, vastissimo. In che modo si decide di condensare tutta la storia in un unico volume? Un lavoro piuttosto difficile, vero?

Un lavoro necessariamente sintetico e limitato. Avrei avuto bisogno di dieci volumi per essere esaustivo. In questo senso ho voluto fare qualcosa di impostazione enciclopedica, cercando di raccogliere le fasi salienti della storia del soul, dalle origini ad oggi, con il principale intento di stimolare i lettori ad approfondire ulteriormente. È stato davvero difficile restare entro i limiti editorialmente prestabiliti. 

Nel tuo scritto fai emergere il lato umano, viscerale e intimista della musica. Quasi a voler dichiarare che, in fin dei conti, l’aver etichettato certa musica come soul – anima – non è un caso. È così?

Esatto. A 60 anni, dopo 45 trascorsi ad ascoltare (suonare, produrre e scriverne) musica di ogni tipo, ho realizzato che il filone più intensamente intimista e “vero” è proprio la soul music. Che, sempre a seguito di questa riflessione, credo sia l’unica che abbia saputo costantemente rinnovarsi, senza ripetersi e autocitarsi in continuazione come nel caso del rock o del jazz. Il groove ritmico del soul ha continuato a evolversi e a caratterizzare la musica moderna nel corso degli anni.

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