Caterina Sforza Potere e bellezza nel Rinascimento – Pierluigi Moressa su Thriller storici e dintorni
19 Aprile 2022

“Io sono figlia di uno che paura non aveva” avrebbe detto Caterina di fronte ai colpevoli della morte del marito. Un agguato organizzato dalla famiglia Orsi per poter ottenere il potere sulla città di Forlì. Il giorno dopo la morte di Girolamo Riario, questo il nome del suo primo marito, la Sforza venne condotta a Ravaldino. Di fronte ai rivoltosi che l’avrebbero minacciata di uccidere i proprio figli, Ottaviano e Cesare, si sarebbe toccata il ventre esclamando:

<< Io sola non vi temo e vi dico che, se anche uccideste i miei figli, ho qua la forma stupenda per farne degli altri>>.

Un evento, questo, che negli anni a venire verrà arricchito di leggende, rendendo ancora più intrigante la figura di Caterina Sforza.

Questa è solo una delle chicche che l’autore Pierluigi Moressa riporta in questa biografia dal contenuto storico pregnante in cui il carattere della contessa fa da padrona all’intera storia. Una Biografia costruita soprattutto intorno alla sua forza e determinazione che la portò a essere una delle donne più importanti del suo tempo. Niente “girl power”, come diremmo noi oggi, ma solo il potere di una donna capace di dominare gli eventi.

“La sequenza fa pensare a come la possanza di stampo virile e la piena consapevolezza della propria florida femminilità si intrecciassero nell’animo della contessa.”

Figlia di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e dell’amante Lucrezia Landriani, Caterina venne cresciuta dalla nonna paterna Bianca Maria Visconti vedova di Francesco Sforza. In seguito, insieme ai suoi fratelli, venne adottata dalla moglie del padre Bona di Savoia.

Non era una novità, soprattutto nel periodo rinascimentale, che figli nati da relazioni clandestine venissero cresciuti esattamente come i figli legittimi. All’età di dieci anni venne data in sposa a Onorato Torelli, figlio di Marcantonio, capitano delle milizie sforzesche. Ma la cosa si concluse con un nulla di fatto: Onorato, da tempo infermo, morì.  Galeazzo non si scoraggiò.

In quel periodo papa Sisto IV aveva proposto come sposa al ventottenne Girolamo Riario Costanza Fogliani. La madre però sollevò un’obiezione: la figlia non aveva ancora quattordici anni, l’età legale per poter contrarre matrimonio. Il Riario intenzionato a non aspettare accettò la proposta di Galeazzo di sposare sua figlia Caterina. 

Nel contratto, nessuna astensione dai rapporti carnali e nemmeno l’attesa dell’età furono previste.  Così nel gennaio 1473 fu stretta la promessa di matrimonio. Un’unione che avvenne per procura nell’aprile 1477 e che diede alla luce sei figli: Ottaviano e Cesare, nomi scelti per onorare Roma dove in quel periodo stavano soggiornando, Bianca, Giovanni Livio il primo a nascere in Romagna, Galeazzo Maria e Francesco.

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