Gli Agnelli di Antonio Parisi su Free Top News
30 Dicembre 2019

Il 29 e 30 giugno del 1908 (un anno che fu già denso di notizie allarmanti, dalla rivolta dei Giovani Turchi contro il Sultano a fine luglio, solo un mese dopo, all'annessione austriaca, in ottobre, della Bosnia-Erzegovina), il quotidiano torinese "La Stampa", diretto da Alfredo Frassati, informava dettagliatamente i lettori di una serie di perquisizioni disposta dalla Procura del Re, con gran dispiego di forze, negli uffici di un'azienda che allora aveva meno di dieci anni, ma era destinata a diventare addirittura uno dei simboli del capitalismo italiano. La FIAT, Fabbrica Italiana Automobili Torino, fondata, a luglio 1899, dal conte Bricherasio di Cacherano, insieme a Cesare Goria Gatti (ambedue appassionati di motori),e a pochi altri soci, tra cui il giovane sindaco di Villar Perosa, Giovanni Agnelli (futuro nonno dell' "Avvocato").
Cos'era successo?
Il 23 giugno, pochi giorni prima, Agnelli era stato denunciato, col coinvolgimento del Presidente Fiat, Lodovjco Scarfiotti, e del consigliere Camerino, per truffa, alterazione di bilanci sociali e aggiotaggio, mentre l’azienda si trovava sull'orlo del fallimento, iniziava un'istruttoria penale, con un processo che si sarebbe concluso solo nel 1913, con Agnelli difeso da uno stuolo di avvocati e, forse, favorito, dietro le quinte, dal Presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti (inutile dire che la Fiat non fallì, mentre nessuno finì in galera).
E' quanto leggiamo nelle prime pagine de Gli Agnelli - Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato la storia del Novecento italiano.

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