Storie e misteri dei Mondiali di calcio – Fabio Licari - RECENSIONE LIBRI DI SPORT
18 Gennaio 2023

Il 2022 è stato un anno molto particolare per il mondo del calcio. Infatti per la prima volta si sono tenuti i Mondiali nei mesi invernali, per noi italiani ed europei: inizio il 20 novembre e gran finale il 18 dicembre. Una novità assoluta, legata alla sede della manifestazione: il Qatar, piccolo stato del Medio Oriente dalle grandi risorse economiche. E dal clima desertico: d’estate fa troppo caldo per disputare tornei ufficiali. Perciò la FIFA, ente organizzatore dei Mondiali, ha deciso di inserire la manifestazione nel calendario invernale (costringendo i vari campionati nazionali a bloccarsi per oltre un mese, cosa mai successa prima). Un’occasione davvero straordinaria, per una coppa che in realtà è speciale già di per sé. Lo sa bene Fabio Licari, giornalista della Gazzetta dello Sport che in carriera ha seguito tanti appuntamenti internazionali, tra cui quattro edizioni della Coppa del Mondo. Il siciliano classe 1967 ha colto la palla al balzo e scritto un libro dal titolo Storie e misteri dei Mondiali di calcio, pubblicato dall’editore Diarkos per la collana “Grande Sport”.

Mondiali nella storia.

In poco più di 250 pagine, l’autore raccoglie trentuno episodi che ripercorrono tutto il cammino iridato, da Uruguay 1930 fino, per l’appunto, a Qatar 2022. Che viene descritto come un evento figlio di una corruzione sfacciata, ma che rimane pur sempre un Mondiale con tutto il suo carico di gol, campioni ed emozioni. In tempi recenti, il racconto della Coppa del Mondo è diventato quasi un genere a sé. Merito soprattutto di Federico Buffa e Carlo Pizzigoni, che hanno portato le loro Storie Mondiali sia in televisione che nelle librerie. Ma non sono stati gli unici: anche un noto telecronista come Stefano Bizzotto si è cimentato, con Il giro del mondo in una Coppa del 2018. L’idea di Licari non giunge dunque nuova alle nostre orecchie, ma mantiene una sua originalità. Il giornalista della “rosea” sceglie un formato più breve per i suoi episodi, che non superano quasi mai le dieci pagine di lunghezza e quindi si “mangiano” piuttosto velocemente. Più che storie le potremmo definire pillole mondiali, leggibili anche in ordine sparso.  

Mondiali in periferia.

Il tentativo è quello di non portare in scena i “soliti noti” e cercare spunti un po’ più periferici (ma non per questo meno importanti): «Questo libro non racconta Eusebio, Pelé, Rossi, Maradona, Bearzot e Lippi, ma soprattutto quello che gira intorno». In effetti, specie nelle prime pagine, troviamo figure molto interessanti come Lucien Laurent, primo marcatore nella storia dei Mondiali, o come il grande brasiliano Leonidas, o il manager scozzese Jock Stein. Altri spunti, per forza di cose, rientrano nella sfera del “già sentito” mentre più avanti, da Messico ’70 in poi, si parla molto anche di politica e di questioni parallele al campo da gioco. Il che da un lato allarga l’orizzonte del libro e dall’altro assottiglia la parte sportiva, con effetti più o meno facilitanti per la lettura. A proposito: nella conclusione, Licari torna allo scoperto augurandosi che queste pagine possano essere «per i più giovani, per i bambini alla “prima volta”». Noi siamo favorevoli: un piccolo tifoso potrebbe non cogliere tutto il contenuto del volume, ma di certo vi troverebbe tante vicende da conoscere e approfondire personalmente.

Perché leggere Storie e misteri dei mondiali di calcio di Fabio Licari:

perché è un libro che pare adatto per diverse categorie di tifosi, da quelli esperti ai più giovani, dai più appassionati agli occasionali; perché alcuni capitoletti hanno effettivamente il sapore della novità.

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