La triste storia del grande allenatore Árpád Weisz - Ghigliottina.info
20 Aprile 2023

Da Solt (Ungheria) ad Auschwitz, passando per Milano e Bologna: la tragedia umana di un allenatore di origini ebree e della sua amata famiglia.

L’OPERA DI MATTEO MARANI – Árpád Weisz un nome che, forse, fino a qualche anno fa era quasi interamente sprofondato nell’oblio più assoluto. Fortunatamente, però, non per tutti. Sì, perché nel 2007 un grande giornalista, storico e dirigente sportivo di nome Matteo Marani diede alla luce un meraviglioso libro dal titolo “Dallo scudetto ad Auschwitz. La storia di Árpád Weisz, allenatore ebreo”, pubblicato da Diarkos Editore. L’opera è il frutto di un encomiabile lavoro di ricerca storica e di cronaca giornalistica eseguito da parte dell’Autore (che dal 2023 ricopre la carica di Presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico, nota anche come Lega Pro), grazie al quale è stato possibile ripercorre dettagliatamente le tappe principali della vita personale e professionale di Árpád Weisz.

ÁRPÁD WEISZ: IL CALCIATORE – Árpád Weisz fu un calciatore ed allenatore di calcio ungherese di origini ebree (i genitori Lazzaro e Sofia Weisz erano entrambi semiti). Durante gli anni del governo fascista, il suo nome venne “italianizzato” in Árpád Veisz, al pari di quello della moglie Ilona Rechnitzer variato in Elena Veisz. Sono anni in cui il regime di autarchia linguistica era intransigente tanto da modificare, ad esempio, anche il nome dell’Internazionale in Ambrosiana Inter (nome più in linea con le visione politica nazionalistica del regime littoriale). Nato a Solt (Ungheria) il 16 aprile 1896, Árpád militò in varie squadre: Törekvés (Ungheria) e poi Maccabi Brno (club ebreo dell’attuale Repubblica Ceca). Nel 1924-1925 approdò in Italia all’Alessandria e, da lì a poco, nel 1925-1926 giunse all’Inter dove, poi, a causa di un brutto infortunio patito al ginocchio dovette concludere la carriera da giocatore per intraprendere quella di allenatore. Tra il 1922 e il 1923 collezionò anche sei presenze con la Nazionale di calcio Ungherese, con la quale partecipò ai giochi olimpici di Parigi del 1924. Weisz fu un’interessante ala sinistra, che era incline al gioco offensivo. Le sue armi migliori furono l’estro tecnico e la fulminea velocità. Tuttavia, come vedremo in seguito, Weisz ebbe calcisticamente più fortuna e qualità indossando le vesti dell’allenatore.

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