Scrivere è un gioco per Milan Kundera. Ma niente è più serio del gioco.
Il muro di Berlino 1961 – 1989 – Il racconto di un’epoca attraverso le storie dei grandi e piccoli protagonisti, Roberto Giardina, Diarkos. I confini sono luoghi di conflitto ma anche di contatto e il muro di Berlino edificato dai sovietici per evitare l’emorragia di popolazione verso un ovest senza dubbio più sperequato ma altrettanto sicuramente più libero è uno dei simboli più forti di questo concetto, dato che due opposte Weltanschauung erano semplicemente divise da cemento e filo spinato, e lo sono rimaste, con le tragiche conseguenze che ben conosciamo attraverso il cinema, la letteratura, la musica, l’arte in genere e finanche i ricordi diretti, personali o tramandati a voce viva, per ventotto anni. E se adesso Checkpoint Charlie è una macchina da soldi turistica caricaturale, fino a non troppi decenni fa è stato coacervo di speranza e disperazione: Giardina, che vive nella terra di Goethe da quando il muro ancora c’era, tessendo insieme una messe di vividissimi ritratti, magnificamente, lo racconta. Da leggere.
Link all'articolo di Gabriele Ottaviani: