Ugo Forno. Il partigiano bambino di Felice Cipriani su 9 colonne
5 Giugno 2020

Libri

Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

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“UGO FORNO. IL PARTIGIANO BAMBINO” DI FELICE CIPRIANI

Ugo Forno, 12enne studente romano, il 5 giugno 1944, mentre Roma festeggia la liberazione dall’occupazione nazifascista, si mobilita con altri giovani per impedire a soldati tedeschi di distruggere il ponte sull’Aniene, essenziale per permettere l’avanzata degli Alleati. Non ha pensato alla sua vita: quando ha capito che bisognava intervenire per il bene di tutti, non ha esitato, arrivando al sacrificio estremo. La storia di questo giovanissimo eroe è raccontata in “Ugo Forno. Il partigiano bambino” di Felice Cipriani, coordinatore dell’associazione a lui dedicata. “Dotato di intelligenza vivace e pronta, piena di amor proprio, ha saputo conseguire un brillante risultato. Profilo vivace, intelligente, viene a scuola con entusiasmo. È felice se può dimostrare che sa. Pieno di buona volontà, un po' troppo irrequieto, ma buono e generoso”. Queste sono le parole dell'insegnante di Ugo Forno per la promozione alla III classe. Classe che, nonostante il suo amore per la scuola, non frequenterà perché Ugo Forno morirà in una delle ultime azioni della Resistenza romana. Nel libro di Cipriani la storia del piccolo grande eroe traccia un vivido spaccato di quegli anni di guerra e privazioni. Il 5 giugno 1944, mentre le truppe alleate stanno entrando a Roma, Il dodicenne vede i tedeschi che stanno posizionando l'esplosivo sul ponte dell'Aniene per farlo saltare. Bisogna impedire quel sabotaggio e lancia l'allarme, imbraccia le armi nascoste in una grotta e, insieme a un piccolo gruppo di contadini, comincia a sparare, costringendo i tedeschi a rinunciare all'impresa. Ma nel combattimento una scheggia sollevata da un colpo di mortaio lo colpirà al cuore, uccidendolo. Tuttavia quell’atto di resistenza ebbe successo: i tedeschi abbandonano le micce dell’esplosivo, si rifugiano su due camionette e fuggono verso la via Salaria mentre due carri armati americani, sopraggiunti, li incalzano. Il corpo del dodicenne viene avvolto nel Tricolore ma poi verrà dimenticato per lungo tempo visto che la Medaglia d'Oro alla Memoria gli verrà conferita solo nel 2013. (red) 

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