Beirut, lo scrittore Haidar: "Non escludo intervento mano esterna" su Yahoo notizie
6 Agosto 2020

Le esplosioni che hanno devastato ieri Beirut, costate la vita a centinaia di persone, potrebbero essere state determinate da una "mano esterna". La pensa così lo scrittore libanese Hafez Haidar, che fra l'altro ha tradotto e curato per l'Italia le opere del poeta, pittore e aforista libanese naturalizzato statunitense Khalil Gibran.  

“Non si può escludere l’incidente – spiega infatti all'AdnKronos Haidar, che nel 2017 è stato candidato al Premio Nobel per la Pace ed è presidente di diversi comitati per i diritti umani – ma neanche l’intervento di una mano esterna che abbia approfittato di questa situazione per aumentare la tragedia del Libano. Penso che non bisogna escludere l’ipotesi di un attentato che può essere all’ordine del giorno. In pratica, per questo macello, tutto è da valutare”. Così come bisogna considerare “l’errore umano e cioè il fatto che le ‘armi’ siano state depositate in una zona strategica, il cuore di Beirut e quindi del Libano. Ma può essere stato anche qualcuno che, conoscendo quel luogo, ne abbia approfittato e abbia realizzato un attentato. Tutto è possibile”.  

D’altra parte, il “Libano è preso di mira da tanti Stati” afferma Haidar ricordando però che “Hezbollah ha dichiarato ufficialmente che non c’entra niente in questa azione. E’ un partito politico, appoggiato dall’Iran, ma è da escludere che abbia agito perché ha tanti rappresentanti nel governo e tanti ministri. Non difendo la loro parte, ma sulla base dei miei ragionamenti personali credo che sia intervenuta una mano esterna che vuole rovinare il Libano in modo definivo”. Un Paese che, sostiene, “ha bisogno di aiuti più che mai. Può darsi che qualche Stato estero abbia usato qualche 'strumento' libanese. Bisogna valutare, il tempo è il migliore giudice”. 

“Quando sono esplose queste bombe – dice ancora Haidar che ha curato, tra le ultime pubblicazioni, 'Maometto e i fiori del Corano' (Diarkos) – tutte le vetrate delle case si sono infrante ed è per questo che il numero dei feriti è salito alle stelle. Mi hanno detto che l’effetto è stato quello di un terremoto o, più in piccolo, della bomba di Hiroshima”.  

“Con l’emergenza Covid 19 - evidenzia Haidar - il Libano, al di là di questa tragedia, sta passando un periodo molto difficile. Il numero dei malati aumenta alla grande e le strutture ospedaliere cominciano a non sostenere più l’afflusso di malati”. Queste esplosioni hanno quindi “aggravato l’emergenza sanitaria, alla quale si aggiunge la povertà che sta colpendo la popolazione libanese da un po’ di tempo”. A questo proposito Haidar ricorda che il valore “della lira libanese è sceso molto rispetto al dollaro”.  

Le esplosioni, argomenta infine Haidar rappresentano una “devastazione mai vista che non ci voleva in questo momento tragico per il Libano sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dell’epidemia che ha invaso il Paese. La devastazione, peraltro, si è verificata in un posto strategico dove viene anche depositato il grano. Nel porto di Beirut, dove ho fatto il militare, viene conservato tutto quello che arriva dall’estero. Oltre alle vittime e alle devastazioni, registriamo anche mancanza di viveri”. Certo è che, per lo scrittore e traduttore libanese, ciò che è successo nel Paese dei Cedri, può essere anche considerato in un certo senso il frutto dell’incuria. “In quel deposito – sostiene infatti – non si dovevano lasciare quelle ‘bombe’ che dovevano essere subito smistate. Cosa che non è stata fatta”.  

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