C’è chi dice mille, chi 25mila e chi oltre 50mila: quello che è sicuro è che gli utilizzi della pianta di canapa sono davvero tanti. Dopo 80 anni di proibizionismo ideologico, nei quali la cannabis è stata probabilmente la pianta più bistratta della storia, oggi stiamo assistendo alla sua rinascita in tutti i settori. In primis in quello medico, dove la cannabis è protagonista della ricerca scientifica odierna per il trattamento di varie patologie, con diversi Stati che la stanno legalizzando e le grandi aziende farmaceutiche che iniziano ad interessarsi al fenomeno.
Ma la canapa non è solo medicina e non è solo una sostanza utilizzata a livello spirituale o ricreativo: è una risorsa a 360 gradi che si sposa perfettamente con i principi dell’economia circolare. Considerata come il “maiale vegetale”, perché può essere utilizzata in ogni sua parte, la canapa significa cibo, con i semi e l’olio che sono considerati un prodotto nutraceutico; può diventare carta di ottima qualità ottenuta da piante annuali anziché da alberi che impiegano 20 anni a crescere; è un ottimo materiale per la bioedilizia; può dar vita a diversi tipi di bioplastica biodegradabile; può diventare un combustibile green ed essere utilizzata per la scocca delle automobili, come aveva dimostrato Henry Ford con la creazione della Hemp Body car nel 1941, costituita all’80% da fibra di canapa ed alimentata da etanolo ottenuto sempre da questa pianta meravigliosa. Ma può essere anche un tessuto ricavato da una coltivazione meno inquinante del cotone, oltre ad essere più resistente ed avere proprietà antibatteriche e antifungine, ed è un ottimo prodotto cosmetico per la cura del corpo e dei capelli. La canapa fa bene all’ambiente anche solo crescendo nei nostri campi, perché “sequestra” dall’atmosfera un quantitativo di CO2 che è quattro volte quello degli alberi comuni, e migliora i terreni in cui viene coltivata, arieggiandoli e assorbendo materiali inquinanti.