Un susseguirsi di colpi di scena, apparizioni misteriose, provocazioni planetarie: questo e molto altro è Banksy, uno degli artisti più geniali della scena artistica contemporanea. Può capitare che rivendichi la paternità di una sua opera attraverso Instagram mostrandone la foto, come nel caso di Morning is Broken (un murale raffigurante le sagome di un bambino e del suo gatto affacciati a una finestra, comparso all’improvviso sulla facciata di un’antica fattoria abbandonata nel Kent), solo dopo che è stata distrutta. O che un suo disegno intitolato Girl with Balloon, battuto all’asta da Sotheby’s e venduto per 1,2 milioni di euro, venga di colpo ridotto in striscioline da un tagliacarte meccanico nascosto al suo interno per poi essere rivenduto a 18 milioni di sterline col titolo Love is in the Bin. Un monumento alla caducità? Uno sberleffo al mercato dell’arte e alla mercificazione delle opere? Tutto è possibile quando c’è di mezzo Bansky. Bansky sembra essere dappertutto e da nessuna parte, sembra non curarsi di nulla e di nessuno. Dopo la strage jihadista del 13 novembre 2015 al Bataclan di Parigi, si commuove e realizza per onorare le vittime un graffito, intitolato “Ragazza triste”, su una porta di emergenza della martoriata sala da concerti, la quale poco dopo verrà rubata per poi essere ritrovata in Italia e restituita. Con le sue opere a sfondo satirico e sovversivo da oltre venticinque anni non finisce di stupire il mondo, come con i graffiti realizzati sul muro di settanta chilometri che separa Israele dalla Cisgiordania, più volte condannato dalla comunità internazionale e dalla Corte internazionale di giustizia de L’Aja. I suoi provocatori murales, improntati a una corrosiva critica e denuncia sociale, sono apparsi nelle strade, sui muri e sui ponti delle maggiori metropoli di tutto il mondo (e non solo). Le sue opere vengono battute lì per lì, sul posto, lasciando agli acquirenti l’incarico di rimuoverle. Oppure compaiono misteriosamente nelle sale d’asta, mentre i collezionisti si contendono opere d’arte più tradizionali a suon di milioni. Ma chi è Bansky, il misterioso e geniale artista britannico senza volto? Chi si nasconde dietro quel nome? Un uomo? Una donna? Un collettivo? Tutto quello che si sa è che è nato a Bristol (nel sud dell’Inghilterra) nel 1974 e che è uno dei più quotati artisti in circolazione nonché uno dei maggiori esponenti della street art del pianeta (per lo più graffiti eseguiti con la tecnica dello stencil, che possono essere realizzati rapidamente).
Bansky svelato ricostruisce, indizio dopo indizio come in una detective story, l’identità e la parabola artistica di uno dei più geniali e poliedrici graffitisti (ma non solo) del mondo svelandone segreti e aspetti finora inediti della sua produzione e della sua vita, anche attraverso le testimonianze di amici e persone che sostengono di averlo conosciuto, frequentato e visto all’opera.