Autore MARIALUISA URBANO

Titolo BARBIE

Collana SOCIETA'

Argomento VARIA

Uscita in libreria

14/11/2023

Pagine 160

Prezzo 15.00

Formato 14.00x21.00 cm

Legatura brossura con alette

EAN 9788836163335

BARBIE

Sessantacinque anni e non dimostrarli: la storia della bambola che ha cambiato il modo di immaginarsi delle donne di domani.

Barbie principessa, Barbie sposa, Barbie ballerina, Barbie a cavallo. Ma anche Barbie dottoressa, Barbie disabile, Barbie imprenditrice, Barbie curvy. La storia della bambola più venduta al mondo, che più ha cambiato il modo di giocare delle bambine moderne, ha seguito, e certe volte anticipato, le trasformazioni che quelle future donne avrebbero sperimentato nella società a partire dalla sua prima presentazione, il 9 marzo 1959. Nei ruoli, nelle rappresentazioni, nelle aspirazioni di emancipazione e autonomia, in tutte le sfumature di inclusività. Una bambola rivoluzionaria, non più da accudire, ma modello in cui immedesimarsi, o addirittura a cui opporsi.

Fu l’intuizione di Ruth Handler, una delle fondatrici della Mattel, che la fece presto diventare il simbolo della femminilità realizzata, ma anche del sogno e del consumismo americano. Per la prima volta una donna, seppur di plastica, possedeva una casa, un’automobile, una carta di credito, un lavoro, negli anni in cui alle donne era precluso persino aprire un conto corrente personale.

Con il tempo la sua immagine di ragazza emancipata, tuttavia, si trasformò nel simbolo di donna frivola, superficiale e troppo attaccata ai beni materiali. La sua perfezione assoluta aveva stancato. Gli anni Duemila furono anni di crisi profonda, a cui l’azienda pose rimedio trasformandola in un progetto inclusivo, destinato ad abbracciare tutte le diversità. In modo che nessuna bambina potesse sentirsi esclusa.

L’uscita del film Barbie, record d’incassi, ha suggellato il successo della bambola, non senza accese polemiche, tra chi la ritiene icona del femminismo e chi la vede subordinata a una società ancora patriarcale. Prova del fatto che questa “ragazza di plastica” ha ancora molto da dire, e non solo alle bambine.

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