«Ho scoperto il running nel 1987, e da allora è sempre stato un mio fedele compagno di vita. Trentasei anni di corsa, in trentaquattro Paesi e quattro continenti».

«Non importa cosa trovi alla fine di una corsa: l’importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire». A dirlo è probabilmente il più grande corridore di tutti i tempi, Jesse Owens. Non per tempi, non per record. Ma per ciò che questo sport, effettivamente, deve essere: cuore, passione, anima. Il coraggio di iniziare, di mettersi in moto, di muovere i primi passi. E poi le prime falcate. Questo libro racconta l’arte della corsa a trecentosessanta gradi: dalla panoramica sugli anni Ottanta, con i successi dell’atletica italiana che diedero grande spinta al movimento dei runners, all’aspetto emozionale vero e proprio, i mondi che si aprono attraverso il jogging, la trasversalità di un movimento estremamente democratico. Passando per la solidarietà e le iniziative benefiche, vero punto fermo di questa disciplina, le distanze, il turismo, la corsa nella cultura popolare, e infine un attento excursus sul periodo pandemico, quando distanziamento e virus ci hanno costretti a correre lontano. Un libro che (ri)scopre l’unica attività a essere insieme sportiva e amatoriale, che – se praticata con la giusta filosofia – tanto bene fa ad anima e corpo.