L'IMPERO MINORE
ECONOMIA E MANAGEMENT
304
20.00
14.00x21.00 cm
brossura con alette
9788836164325
Tutto ciò che riguarda l’industria europea, dunque la nostra industria, dunque il nostro reddito, dunque il nostro livello di vita, riguarda, in fondo, la nostra libertà.
L’Unione europea è sull’orlo di una crisi epocale, che deriva dalla sua natura e dalle politiche industriali sviluppate negli ultimi quindici anni.
Nel libro si esplorano le cause di questa crisi, che è sia democratica che industriale. Dopo una panoramica storica sull’introduzione del “vincolo esterno imperiale”, si analizza la crisi democratica dell’Ue. Una crisi che è legata non solo alla sostanziale irresponsabilità politica dei suoi vertici, ma anche al tipo di sviluppo economico proprio dell’Unione: quello di un’economia guidata dalle esportazioni, con repressione della domanda interna e competitività basata sull’abbassamento dei costi del lavoro. Cosa che genera sia tensioni politiche interne ai Paesi europei che tensioni internazionali.
In questo quadro, la crisi industriale europea nasce da alcune decisioni politiche disastrose. La prima riguarda la gestione degli approvvigionamenti energetici. L’aver sbilanciato il continente con una eccessiva dipendenza dal gas dalla Russia ha creato uno shock che ha mandato i prezzi dell’energia a livelli record, mai visti prima, aggravando una deindustrializzazione che era già iniziata con la delocalizzazione in Cina di buona parte dell’industria.
La seconda tragica decisione riguarda il Green Deal, lanciato nel 2019, che ha iniziato il declino industriale dell’Europa. Infatti, le politiche della transizione energetica hanno bisogno di materie prime di cui l’Ue non dispone. Non solo, ma in sé, dal punto di vista economico, essa è una sostituzione inefficiente dello stock di capitale esistente. Si sta cioè rimpiazzando un intero sistema energetico – di cui fanno parte anche le automobili – che oggi funziona, con un altro che ha una efficienza energetica minore. Tutto ciò costa moltissimo, ma gli investimenti languono, anche perché le regole europee sui bilanci pubblici non permettono deficit, e dunque la spesa pubblica non può intervenire. In una parola, il Green Deal è recessivo. Senza contare che l’Ue incide ben poco sul totale delle emissioni. Il decoupling, la crisi energetica e la crisi cinese aggravano la crisi industriale europea.
Il tentativo di accreditarsi come potenza mondiale, da cui l’appellativo di “impero” dato all’Unione in questo libro, si basa quindi su fondamenta inesistenti ed è destinato a fallire. Rispetto a Usa e Cina, l’Ue non è uno Stato nazionale, ma un gruppo di Paesi a rimorchio degli interessi franco-tedeschi. Un impero minore, appunto.
Il ritorno della politica nazionale, il rafforzamento della democrazia, il ritorno all’autodeterminazione e al senso di sé sono le condizioni necessarie per uscire dalla crisi: è da lì che occorre iniziare a ricostruire.