Una sfilata, la prima di Christian Dior. Tutti sono estasiati, il successo è decretato. La moda non sarà più la stessa.
Dopo aver scardinato l'estetica vigente instillando nuovi stilemi, viene scelto da star di Hollywood, principesse e regine per vestire i loro momenti più importanti.
Un'ascesa fatta di genio e savoir-faire, la sua, ma anche di destino e superstizione, che rimanda alla giovinezza passata con la madre nei giardini di Les Rhumbs, la villa di famiglia, piena di profumi e intuizioni che saranno una costante nelle sue creazioni.
La sua donna è romantica e femminile, i suoi accessori iconici e raffinati, le sue fragranze evocatrici e sensuali. Christian Dior muore giovane, a soli cinquantadue anni, ma ha già lasciato scritto molto nelle pagine della storia della moda, una tradizione che è stata portata avanti, in un insieme armonico di singole declinazioni, da nomi come Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons e, dal 2016, la prima donna, Mara Grazia Chiuri.
Alessia Lautone, dopo la fortunata biografia dedicata a Bulgari, ne propone un’altra intitolata “Dior – La magia di uno stile”, edita Diarkos. Qui ci porta nel mondo privato e pubblico di un grande stilista dello scorso secolo: Christian Dior.
Dior che non si è mai allontanato dalle sue radici; che ha sempre portato nella sua moda qualcosa che lo legava alla campagna, alla natura, ai fiori ed in particolare al mughetto. Christian Dior è stato un amante del bello ancor prima di essere un grande stilista; un ragazzo che ha sofferto la morte della madre e del fratello quando era ancora giovane e che porta con sè questo dolore per tutta la vita. Un uomo che è stato attorniato da moltissime persone, da molti affetti, ma che non ha mai trovato il vero amore come ha lui stesso dichiarato. Ricordiamo che è stata pubblicata un’autobiografia.
La maison Dior, con lui a capo per soli dieci anni, è l’azienda che ha reso grande la moda francese nel mondo, non ci sono state modelle, regine e principesse che in qualche circostanza non abbiano vestito Dior.
La biografia di Alessia Lautone ci racconta la vita dello stilista, le sue innovazioni, le idee che guardavano verso un futuro che a lui è stato negato, essendo morto improvvisamente, a soli cinquantasette anni, durante un soggiorno a Montecatini Terme.
Nella prima parte del libro, ci viene mostrato il cammino fatto da Christian per arrivare a Parigi; in particolare in quella che sarà la sede storica del suo marchi e che oggi è un museo. Nella seconda parte del libro, troviamo gli anni seguenti alla sua dipartita; l’evoluzione del marchio, i vari responsabili e direttori che si sono susseguiti negli anni. I particolari che vengono riportati, i ricordi di chi è venuto in contatto con lui, le descrizioni dei luoghi e degli eventi sono sempre precisi e puntuali.
Interessanti i capitoli dedicati alle figure di spicco dello spettacolo o dell’alta società che lo hanno incontrato, o che sono entrati in contatto con i suoi successori, e che hanno indossato i suoi abiti o gli accessori così da farli diventare iconici. Tutti ricordano la borsa tanto amata da lady Diana di cui ne esiste una versione dello stesso colore dei suoi occhi.
La difficoltà nel leggere questa biografia è l’assenza di immagini; essendo moltissimi i modelli di Dior e altrettanti gli accessori, è difficile a volte capire a cosa si fa riferimento. Mi è stato spesso necessario fare una ricerca su internet per poter meglio capire di cosa si stava parlando.
Il testo è scritto bene, la lettura è scorrevole. ho trovato un paio di refusi che nulla tolgono alla biografia.
Link all'articolo: https://www.labottegadeilibri.it/recensione-dior-la-magia-di-uno-stile-di-alessia-lautone-diarkos/generi-letterari/biografia-autobiografia/