GUERRA E PACE DELL'ENERGIA di Demostenes Floros su About energy
3 Febbraio 2020

Guerra e Pace dell'energia

Stiamo davvero rischiando di essere troppo dipendenti dall’energia russa e di finire nella sfera d’influenza di Mosca? Questa la domanda di partenza dell’analisi di Domestenes Floros sulla strategia per il gas naturale dell’Italia, stretta tra Federazione Russa e Nato, contenuta nel suo ultimo libro “Guerra e Pace dell’Energia” (Diarkos, 2019). “Ogni pipeline definisce una serie di relazioni industriali e geopolitiche”, scrive l’analista geopolitico ed economico nella premessa. “In particolare”, sottolinea, “i gasdotti che uniscono, e che potrebbero unire nel futuro prossimo, l’Unione Europea e la Federazione Russa rappresentano la contraddizione esistente tra i rapporti politici e militari, governati dalla NATO, tra un Paese Europeo e gli Stati Uniti d’America da una parte e, dall’altra, gli interessi energetici e commerciali di Berlino, Ankara con Mosca – porta verso l’Eurasia. Sullo sfondo, l’incessante costruzione dei gasdotti che entro il 2020 uniranno la Federazione Russa con la Cina nell’ambito di un rapporto energetico tra i due Stati”. L’Italia, con la rinuncia al South Stream, ha perso una grande occasione. Come sottolinea Lucio Caracciolo nella prefazione, l’autore scandisce come il progetto “potesse contribuire ad assumere per l’Italia un ruolo analogo a quello che ebbero i navigli per Milano e per la Lombardia agli albori dell’età moderna”. La tesi di Floros è originale, scrive Caracciolo, e proietta sull’Italia un ruolo di ponte che potrebbe esercitare per allentare lo scontro tra Usa e Russia. Una via d’uscita dal quadro poco rassicurante per l’Italia, stretta tra vincoli atlantici, instabilità nordafricana e connessioni russe, potrebbe essere rappresentata dall’approvvigionamento attraverso il secondo tubo del Turkish Stream o dal Nord Stream. Un libro che coniuga energia, economia e geopolitica, nella misura in cui il gas naturale ha un rilievo nelle partite geopolitiche internazionali con gli idrocarburi che ancora dominano il mercato energetico.

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