FIRENZE. Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, uno spettacolare dipinto del Vasari racconta l’impresa del Marchese di Marignano che assale la porta Camollia di Siena difesa dalle truppe di Alessandro da Terni. Ecco, Alessandro da Terni è un generale pontificio che, a capo di un manipolo di soldati di ventura, difende la repubblica di Siena. Un assedio forse poco noto ai più ma importante evento delle guerre franco-spagnole che insanguinarono la Penisola nella prima metà del XVI Secolo.
Alessandro Tomassoni da Terni è capostipite di una famiglia di capitani di ventura, militari formatisi in eserciti regolari e poi arruolatori di milizie private divenute protagoniste dei conflitti fra gli Stati europei e contro l’Impero ottomano tra il XVI ed il XVII Secolo.
Nell’ambito della lunga storia della guerra di ventura, la vicenda di Tomassoni è solo una parentesi perché, dai mamertini campani nelle guerre puniche al più recente Gruppo Wagner i mercenari sono stati a lungo co-protagonisti dei conflitti in ogni angolo del globo.
Ce lo racconta Domenico Vecchioni, diplomatico in congedo e prolifico saggista, nel suo Mercenari. Dall’antica Grecia al Gruppo Wagner, edito per i tipi della Diarkos e da pochi giorni in libreria.
Appassionato studioso di pagine di storia dimenticate e a lungo ignorate, animato da una profonda e sincera curiosità, dopo aver scritto di spie, traditori, operazioni d’intelligence nella Seconda Guerra Mondiale, Vecchioni arriva al delicato argomento della guerra mercenaria.
Perché delicato? Perché nell’accezione comune mercenario è carico di significato negativo: colui che non combatte per ideali o per difendere il proprio paese ma unicamente per l’arricchimento personale.
Vero ma solo in parte poiché non è sempre facile distinguere il mercenario dall’avventuriero o dall’idealista, tantomeno è semplice chiamare “mercenarie” unità entrate ormai nell’immaginario collettivo come la Legione straniera francese. Poteva essere un semplice mercenario il Tomassoni, che scelse di difendere Siena perché minacciata dai fiorentini, dagli imperiali e dagli spagnoli?
Potevano essere semplici soldati in cerca di fortuna i 64 legionari che si fecero massacrare alla hacienda di Camerone?
E, ancora, chi sono i militi del Gruppo Wagner, dipinti per un anno intero dai media come una sorta di Spectre pronta a colpire ovunque e poi spariti, puff!!, con la morte del loro leader?
Ecco, per farsi un’idea del complesso mosaico presente e passato della guerra di ventura, la lettura di Mercenari di Domenico Vecchioni è necessaria.
Se siete già informati, sarà un piacevole approfondimento.
Domenico Vecchioni: Mercenari, il mestiere della guerra dall’antica Grecia alla Wagner – edizioni Diarkos
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