Non scrivo da quasi un anno e non per mancanza di idee, ma per assenza di qualità. Mia, sia ben chiaro. Il turbinio ordinario alimenta la quantità delle cose da portare a termine, erodendo tutto quello che è legato al fare le cose bene.
Sono contenta e ringrazio di cuore Rossana Balduzzi per avermi fatto entrare ancora una volta nel suo mondo e per avermi consentito di usare il tempo necessario per elaborare le parole contenute nel suo romanzo “L’ottavo mondo”.
Non parlerò della trama perché vorrei scavare con voi sotto di essa, al fine di portare alla luce, attraverso le lettere del nostro alfabeto, gli aspetti che mi hanno più suggestionata affinché siano un ulteriore spunto di riflessione.
A di arti: fin dalle prime battute incorriamo nelle arti intese a 360°; l’architettura è regina e docente perché se da un lato contorna la storia dandole una struttura quasi domestica, dall’altro ci intriga con termini tecnici. Un ruolo non secondario è assegnato alla tradizione, intesa come sapere che viene tramandato per farlo giungere fino ai nostri giorni, un sapere che viene arricchito da curiosità e storia.
B di bene: con il binomio bene/male ci siamo un po’ confrontati tutti perché sono due aspetti che ci coinvolgono direttamente. Sono il buio e la luce che portiamo dentro di noi e che decidiamo di ascoltare a seconda dell’angolazione da cui ci osserviamo. Agendo oscilliamo tra questi due poli che sembrano non essere universali, ma cuciti su ogni persona.
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