Nel libro “Caterina D’Aragona”, Diarkos editore 2023, la giornalista Cristina Penco, attraverso un lungo lavoro di ricerca e analisi del materiale storico (lettere, relazioni diplomatiche, cronache e commenti dell’epoca), ricostruisce la figura di colei che Shakespeare definì “la regina di tutte le regine e modello di maestà femminile”. L’autrice restituisce un’immagine della sovrana tutt’altro che debole, succube e vittima. Emerge infatti il ritratto di una donna dotata di grande “dignità e coraggio” e di una “personalità complessa, appassionata e indomabile”. “Caterina fu protagonista del suo tempo partecipando attivamente alle scelte politiche” e districandosi bene con “gli intrighi, i complotti e le congiure del palazzo reale”. Restò devota al marito, Enrico VIII, nonostante i tradimenti e le umiliazioni. Tra le numerose amanti con cui dovette scontrarsi, la nemica più acerrima fu la giovane e affascinante Anna Bolena.
Caterina fu la “prima donna in Europa a ricoprire l’incarico di ambasciatrice a corte”. “Instancabile nella carità cristiana e capace di un’incrollabile fede”. Si fece rispettare in una società maschilista. “Fu mecenate di importanti intellettuali e sostenne l’educazione e l’istruzione delle donne”. Ebbe ripetuti aborti e non diede alla luce l’agognato erede maschio, ma partorì una figlia che amò profondamente. In pieno Rinascimento dimostrò di possedere “una mentalità aperta e moderna”. “Indole di ferro sotto strati di morbido velluto e sontuoso damasco”. “Acuta, raffinata, incline al sacrificio”. La sua esistenza oscillò “tra momenti dorati e periodi bui”, proprio come quel mare in tempesta che l’accompagnò quando lasciò la sua amata Spagna per trasferirsi nella rigida Inghilterra. “Fu animata da un’incredibile energia vitale”, la stessa del melograno, il suo simbolo regale.
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