Gianfranco Manes torna in libreria con “Intreccio Mortale” - KeepupCulture
22 Maggio 2024

È uscito nelle librerie Intreccio mortale (Ed. Diarkos), il nuovo romanzo di Gianfranco Manes. Con questa terza opera letteraria l’autore fiorentino torna ad intersecare una storia di spionaggio, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, con la fisica. La combinazione tra spionaggio e fisica quantistica non è nuova per Gianfranco Manes in quanto già nel suo primo libro, La Variabile Nascosta (Ed. Diarkos), la storia ruota intorno alla figura del Premio Nobel Werner Karl Heisenberg, considerato uno dei principali artefici della meccanica quantistica. Un thriller storico ben accolto sia dalla critica che dal pubblico e che ha vinto il Premio letterario ‘Un Mare di Libri‘, consegnato dalla scrittrice Dacia Maraini.

Nel suo secondo libro, L’oro degli Ebrei (Ed. Diarkos), lo scrittore fa entrare invece il lettore nel tragico mondo dei sopravvissuti all’Olocausto nel quale quattro giovani ebrei cercano di ritrovare l’oro che i nazisti avevano estorto ai deportati e depositato in alcune banche svizzere.

In questo terzo thriller storico l’autore cerca ancora una volta di spiegare la fisica moderna raccontando argomenti che talvolta superano la più fervida immaginazione. “Il romanzo – spiega Gianfranco Manes – mi consente di realizzare questa intersecazione riuscendo ad ambientare nel passato scoperte scientifiche accadute anche successivamente. D’altra parte nella guerra moderna, e ancor di più in quella contemporanea, sono state e vengono utilizzate scoperte scientifiche e apparecchiature che solo successivamente vengono poi adattate e usate eventualmente nella vita di tutti i giorni”.

In “Intreccio mortale” l’autore ci fa scoprire un fenomeno molto interessante, l’entanglement o intreccio, un fenomeno che fin dal 1932 ha fatto discutere scienziati e due Premi Nobel come Albert Einstein, che mostrava tutto il suo scetticismo sulla questione, e Niels Bohr che invece credeva nella sua esistenza.

Nel romanzo, l’autore immagina che questo fenomeno possa essere utilizzato come un meccanismo di crittografia che avrebbe potuto cambiare le sorti della guerra a favore dei tedeschi, rendendo così inutile il metodo di decrittazione scoperto da Alan Turing della famosa macchina Enigma.

La storia, infatti, inizia nella primavera del 1943 a Stoccolma quando in un misterioso incidente stradale muore un uomo apparentemente normale ma che in realtà è un collaboratore di uno scienziato svedese filonazista. Da qui inizia la corsa contro il tempo per tentare di fermare la follia di Adolf Hitler che porta da una parte allo scontro fra servizi segreti e dall’altra alla scoperta di un fenomeno fisico per il momento inspiegabile, l’entanglement appunto, grazie agli esperimenti di questo scienziato che collabora con i tedeschi con il fine di realizzare un codice cifrato inviolabile, una minaccia mortale per gli Alleati.

La morte del giovane individuo nelle prime pagine del libro porta poi al ritrovamento di una strana foto, fortunatamente finita nelle mani dei servizi segreti britannici, che svelerà le alcune iniziative del nemico.

E se questo non bastasse ad affascinare il lettore, Manes punta anche su un altro apparecchio, che lui chiama scatola magica, inventato nel libro da un giovane scienziato inglese che altro non è che un dispositivo di intercettazione. “Un apparecchio simile fu poi messo dai sovietici nell’ufficio dell’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca diversi anni dopo. – racconta l’autore – Io ho solo anticipato la realtà nella finzione del romanzo come dicevo prima”.

Filo conduttore dei tre romanzi è sia la narrazione storica, basata su alcuni fatti accaduti e dimostrati sempre da un’approfondita documentazione, sia il mix fra personaggi esistiti, come il Reichsführer Heinrich Himmler e il Premier inglese Wiston Churchill, e quelli di fantasia.

La storia inizia nel 1943 e si snoda fra la Svezia, l’Inghilterra e la Germania nazista. La vicenda si svolge principalmente a Stoccolma di cui Gianfranco Manes ci fa rivivere l’atmosfera fatta di lusso apparente e di personaggi che non sono ciò che sembrano. “Stoccolma è un grande palcoscenico su cui tutti recitano un ruolo – racconta l’autore attraverso un personaggio – una città dove nessuno si fida di nessuno”. Un luogo che è il ritrovo di spie naziste e alleate che cercano di carpire segreti e mosse degli avversari.

“La città era diventata durante la seconda guerra mondiale un centro internazionale di spionaggio tanto che fu definita la ‘Casablanca del Nord’ – continua Manes – proprio perché ricordava l’atmosfera di questo film”.

La guerra raccontata dall’autore riecheggia fatti bellici, bombardamenti e campi di battaglia ma evidenzia il ruolo dei protagonisti che si confrontano in una serie di mosse e contromosse affrontando rischi mortali. “Tra i vari personaggi ne ho inserito uno che fa parte del controspionaggio svedese, il C-Büro. – conclude – Durante le mie ricerche storiche ho scoperto che ruolo importante avesse avuto durante il conflitto mondiale. Una scoperta inattesa perché, quando pensiamo alla Svezia, la associamo al suo stato di paese neutrale mentre invece ha avuto un ruolo molto diverso”.

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