La profezia di Padre Pio, le doti di Vittorio Emanuele II, il titolo maledetto di Emanuele Filiberto, l'invenzione dei grissimi... Un esperto racconta davvero tutto sugli ex regnanti italiani.
Complotti politici, vicende scabrose, lettere segrete, tesori, profezie funeste. Tutto questo e molto di più è contenuto ne La saga di casa Savoia. Storie e retroscena di politica, guerre, intrighi e passioni (Diarkos), volume scritto dal giornalista ed esperto di storia delle grandi dinastie Antonio Parisi. Le pagine del saggio, ricco di documenti e testimonianze, rompono il silenzio sui misteri sorti intorno alla real casa italiana. Abbiamo, con l’aiuto dell’autore, individuato 9 grandi curiosità che riguardano la dinastia sabauda e che si intrecciano con la politica, la storia e, perché no, il costume di ieri e di oggi.
«Di sicuro lo rispettava. Anche perché Togliatti adottò sempre una posizione prudente nei confronti della corona», esordisce Parisi. «Nel 1954, a otto anni dalla caduta della monarchia, su carta intestata della Camera dei deputati Togliatti chiamò Umberto “Sua Maestà”. In quegli anni quella deferenza era inusuale: fu un segno di stima».
"L’assicurazione fu stipulata alla fine dell’800, in tempo di tumulti anarchici, con la Prudencial di Londra: doveva essere liquidata entro un mese in caso di morte del re. Quando Umberto I fu assassinato a Monza, il 29 luglio del 1900, iniziò la lunga trafila per il recupero dei beni. Vittorio Emanuele III, alla morte del padre, ne chiese una parte per acquistare un appartamento a Roma per la regina vedova, Margherita, lasciando il resto in custodia agli inglesi. Nel 1936, imposto da Mussolini il ritorno dei fondi esteri degli italiani, il re chiese il rimpatrio dei beni. Ma, complice l’annuncio della dichiarazione di guerra dell’Italia a Francia e Gran Bretagna del 1940, rimasero a Londra, sequestrati e poi usati in parte dall’Inghilterra per sovvenzionare la guerra contro l’Italia. Parliamo di una somma stratosferica che, interessi compresi, oggi corrisponderebbe a svariate centinaia di milioni di euro. Alla fine della guerra Alcide De Gasperi chiese la riconsegna dei beni al governo italiano. Gli inglesi dissero no, iniziò una causa che perdemmo malamente, fummo condannati pure a pagare le spese. Infine Umberto incassò la polizza, sostenendone i costi legali. Con quei soldi riuscì a mantenersi e a offrire un appannaggio ai figli: a Vittorio Emanuele fu tolto quando decise di sposare Marina Doria senza consenso".
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