Caravaggio, vita spericolata - Giornale Sentire
26 Giugno 2024

Il Saggio di Massimo Centini per Diarkos Editore

Il 29 settembre 1571 nasce a Milano Michelangelo Merisi detto il Caravaggio: morirà presto, nel 1610, alle soglie dei 40 anni non ancora compiuti, dopo una vita burrascosa finita tragicamente, ma sufficiente a lasciare un profondo rinnovamento della tecnica pittorica: luce e ombra erano la sua specialità.

«Può succedere di immedesimarsi in Caravaggio, nelle sue angosce e nei suoi smarrimenti; ciò consente di sentirci più vicini a quel grande artista che, pur precipitando nel dedalo della violenza e della disperazione, non ha mai smesso di ricercare la bellezza assoluta» scrive Massimo Centini (1955) autore di "Caravaggio, Luci e ombre di un artista maledetto'' (Ed. DiarKos).

Centini che è stato docente di Antropologia culturale e ha insegnato ''Storia della criminologia'' ai corsi organizzati dal Mua (Movimento universitario altoatesino) di Bolzano, analizza questo artista di straordinario talento dal punto di vista biografico.

Caravaggio ha lasciato tracce incancellabili nella storia e nell’immaginario dell’arte mondiale. Al contempo, un artista dannato, maledetto, criminale, dalla vita avventurosa e continuamente contesa tra l’estenuante ricerca del bello e la violenza, tra l’insaziabile sete di vita e le istanze di morte.

Michelangelo Merisi, al secolo Caravaggio, fu irrequieto pittore della prima modernità europea, nella cui esistenza si riflettono i travagli e le lacerazioni della propria cruciale epoca. Il libro indaga le vicissitudini, le opere, le luci e le ombre che hanno contribuito a rendere celebre il pittore italiano, cercando di discernere quanto ci sia di mitico e quanto invece appartenga alla storia.

Le tracce e i frammenti della sua vita – dalle pitture immortali alla fedina penale, dai rigori della Controriforma alla poetica caravaggesca, dalla sofferenza psichica all’alchimia – vanno a comporre la visione globale di un uomo scevra da luoghi comuni, le cui manchevolezze non hanno minimamente offuscato la prorompente poesia che domina nelle sue opere.

Massimo Centini (1955) attualmente insegna presso la Fondazione Università Popolare di Torino. Ha pubblicato numerosi saggi con Mondadori, Piemme, Rusconi, Newton & Compton, Yume, Xenia, San Paolo e altri. Alcuni dei suoi volumi sono stati tradotti in varie lingue (per Diarkos ha pubblicato Storia dell’Inquisizione e Storia della criminologia e dei metodi investigativi nel 2022).

Il suo libro non è un manuale di storia dell'arte. E' proprio un viaggio alla scoperta di una personalità complessa che ha portato nell'arte una grande novità. La tecnica che usa è nuova: la preparazione della tela è scura, sempre in doppio strato, composta da terre di diverso tipo, pigmenti e olio. Caravaggio parte dal nero e aggiunge soltanto i chiari e i mezzi toni, dipingendo solo le parti in luce. Di fatto non dipinge le figure nella loro interezza, ma solo una parte: non c'è pittura, c'è genio.

La rivoluzione estetica di cui Caravaggio fu  protagonista assoluto ad inizio '600 si nota nel Narciso  colto nel turbamento di sé. Con la mano sinistra accarezza l'acqua dove contempla la propria immagine. Turbamento, carne, scherzo, passione emergono dalle opere che ben sintetizzano la rivoluzione introdotta nella estetica del tempo. Il “fanciullo morso da un ramarro” concentra l'azione su un altro sussulto che provoca lo scivolamento della veste, per il piacere del pittore che non disdegnava ...di accompagnarsi ai giovanetti.

L'arte di Caravaggio è celebrata ovunque nel mondo.

A Vienna il  Kunsthistorisches Museum gli ha dedicato una straordinaria mostra  a cura di Gudrun Swoboda. L'esposizione, alla quale si riferiscono le immagini della nostra Gallery, ha preceduto la tappa al Rijksmuseum di Amsterdam e le opere sono state affiancate quelle di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) altro genio del suo tempo, ma in scultura. Il  Kunsthistorisches Museum di Vienna conserva di Caravaggio l'imponente ''Madonna del Rosario'' dove non si capisce bene chi vede davvero la Madonna, se chi la indica (San Domenico) o chi la venera (il popolo), ed il ''Cristo incoronato di spine'' dove chi assiste, chi infligge e chi è inflitto costituiscono un fermo immagine di grande emotività lirica.

Incorreggibile il Caravaggio nella tentazione di andare sempre controcorrente, come quando dipinge un anomalo Giovanni Battista, piccolo e nudo. Nell'estasi di San Francesco è un tenero angelo a sorreggere e confortare il santo ferito e sofferente.  E che dire delle estasi erotiche di Santa Teresa e del guizzo di ritrarre il futuro papa Urbano VIII? Lo immortala distratto dalla lettura di alcune rime amorose: con le dita tiene il segno sulla pagina. A cosa stava pensando? A qualche cortigiana?

E' questa attenzione psicologica che fa di Caravaggio il vero innovatore.

(corona perer)

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