La Biblioteca Gino Pallotta ha ospitato la presentazione del libro Storia della moda italiana – Tessuti, riti e miti dal Rinascimento a Valentino del giornalista e scrittore Michelangelo Iossa. Un viaggio affascinante tra simboli, colori, epoche e nomi iconici che hanno contribuito a costruire il mito del Made in Italy nel mondo.
L’evento – dal titolo “La moda tra talento, storia e business etico” – in un’atmosfera di gioiosa partecipazione, abilmente organizzata dalla dinamica Velia Maria Lapadula e con la partecipazione della giornalista Erica Antonelli, ha rappresentato un’occasione preziosa per approfondire le connessioni tra arte, creatività, cultura d’impresa e sistema produttivo italiano.
Il racconto si è dipanato tra un mondo impalpabile di ricordi e reali lavorazioni da “couturier” fino ad arrivare agli artigiani del Novecento e scoprire così l’Olimpo del Made in Italy: l’imperatore Valentino, il re Armani, il principe Versace, lo stilista-scultore Capucci, la coppia d’oro Dolce & Gabbana, l’architetto della moda Gianfranco Ferrè e tanti appellativi dei più noti stilisti italiani.
Il lettore indugia incuriosito pieno di aspettative, desideroso del seguito e stimolato ad approfondire il dibattito sulla moda e sul Made in Italy in relazione anche piccole e solidissime company dello stile – come quella napoletana delle cravatte sartoriali della leggendaria E. Marinella – aziende che a tutt’oggi fanno grande l’Italia.
Interessante l’approfondimento, ripreso ampiamente nel libro, sul concetto di “fatto in Italia”: “Il Made in Italy viene percepito come un modo di essere e di vedere le cose, una sorta di lifestyle inimitabile; rispetto alle altre made in… territoriali. – ci ha raccontato Iossa – La declinazione tricolore è decisamente più complessa perché trova tante espressioni quanti sono i modi di interpretare il bello. Si tratta di un ‘country effect’ articolato ma affascinante”.
Il volume – edito da Diarkos Editore nella fortunata collana Brand – è stato presentato per la prima volta a Roma al Senato della Repubblica lo scorso 15 aprile, nella Giornata Nazionale del Made in Italy.