L’Italia e il suo futuro - Equilibri Magazine
17 Luglio 2025

Alessandro Leonardi, in L’Italia e il suo futuro. La fine della Repubblica e l’ascesa del nuovo mondo (Diarkos, 2025, €19,00), ci regala un saggio profondamente critico e provocatorio che getta uno sguardo impietoso sulla condizione attuale del sistema-Italia e sul suo presunto, imminente tracollo. L’autore, outsider del panorama intellettuale, si muove al di fuori delle canoniche gabbie accademiche e politiche per delineare uno scenario ancorato a dati reali, a proiezioni demografiche ed economiche, e a un’attenta osservazione delle tendenze globali.

Il testo è dominato da una narrazione del ‘declino italiano’ inteso non solo in senso economico ma anche culturale, sociale e soprattutto simbolico. Leonardi sostiene che la Repubblica italiana, come struttura statuale e culturale, sia giunta a fine corsa, e non sia dunque più in grado di rispondere alle crisi complesse e interconnesse del XXI secolo: pandemia, policrisi ecologica e demografica, diseguaglianze crescenti, conflitti geopolitici. L’autore non cerca scorciatoie o alibi: a suo avviso, l’Italia è destinata a trasformarsi profondamente o a crollare, in uno scenario che alterna una fine lenta, in stile agrodolce, a un possibile collasso improvviso.

«L’Italia è malata di ciò che fino a qualche decennio fa faceva la sua forza. Un capitalismo territoriale e familista, diciamo pure feudale, che non riesce a trovare le energie per modernizzarsi, in un contesto globale in cui ci si è modernizzati fin troppo».

Il libro prende le distanze sia dall’ottimismo tecnocratico che dai miraggi populisti. Leonardi rifiuta le illusioni del boom economico 2.0, del rilancio attraverso le tecnologie o dell’integrazione automatica dei flussi migratori. Secondo l’autore, questi sono tutti tentativi elusivi per evitare la radice dei problemi: un sistema che ha smarrito la sua vitalità, che vive sugli allori di un passato mitizzato e che è incapace di rigenerarsi.

Uno degli aspetti centrali dell’analisi è la questione demografica. L’Italia è descritta come un Paese irrimediabilmente vecchio, con un tasso di natalità fra i più bassi al mondo, e una popolazione in declino che minaccia direttamente la sostenibilità economica, previdenziale e sanitaria.

«La mancanza di figli e la desertificazione dei giovani finisce per generare automaticamente un nichilismo diffuso, annullando anche il concetto di futuro collettivo. […] non si possono biasimare le loro paure nei confronti del mondo, delle sue crisi, del suo futuro, spesso alimentate in maniera parossistica dall’apparato mediatico, che semina confusione, paranoia e disillusione a ciclo continuo».

Leonardi evidenzia come la retorica dell’ ‘investire sui giovani’ sia largamente inefficace, e smonta con lucidità l’idea che semplici incentivi economici possano invertire una tendenza che ha origini culturali e strutturali profonde.

Interessante è anche il confronto con altri Paesi: dalla Francia alla Germania, fino al caso eccezionale di Israele, l’autore dimostra come nessun modello sia realmente replicabile in Italia, se non attraverso un ripensamento totale del sistema di valori e delle priorità collettive. Il declino demografico è tanto una conseguenza quanto un motore della crisi più ampia: senza bambini non c’è futuro, né speranza né energia sociale.

Leonardi definisce l’Italia un «museo a cielo aperto» – non solo per la sua eredità culturale e artistica, ma come metafora di un Paese che vive più nel ricordo di ciò che è stato che nella progettazione di ciò che potrebbe essere. Il libro denuncia una sorta di ‘conservatorismo esistenziale’, che porta le nuove generazioni a rifugiarsi nel privato, in una sopravvivenza minima e depoliticizzata, mentre le élite si arroccano in difesa dello status quo.

Una parte importante del saggio è dedicata allo smantellamento delle ‘false soluzioni’ al declino: dalla ‘decrescita felix’, giudicata una pericolosa utopia per un Paese integrato nel sistema capitalistico globale, alla fiducia acritica nei flussi migratori, che secondo l’autore rischia di trasformarsi in un’operazione neocoloniale mascherata. La tecnologia, infine, è vista come uno strumento neutro: può accelerare la crisi o essere parte della transizione, ma non può essere considerata una panacea.

Lo stile di Leonardi è netto, a tratti apocalittico, ma sempre fondato su fonti verificabili (numerose le citazioni da Istat, Eurostat, Lancet, ecc.). Il tono è più da pamphlet che da trattato accademico, ma mai sprovvisto di rigore. La sua forza risiede nella capacità di connettere aspetti economici, sociali, psicologici e geopolitici in un quadro coerente, anche se profondamente pessimista. 

L’Italia e il suo futuro è un libro coraggioso, che mette il dito nelle piaghe profonde del Paese e costringe il lettore a riflettere oltre le narrazioni consolatorie. Non è un testo per chi cerca rassicurazioni, ma per chi ha l’audacia di affrontare le sfide del presente. 

Link all'articolo: https://equilibrimagazine.it/societa/2025/06/27/litalia-e-il-suo-futuro/