Leggendo i profili dei serial killer descritti nel libro, possiamo affermare che la maggioranza, uomini e donne che siano, hanno una cosa in comune: il vero volto del male viene nascosto sotto la maschera della normalità. Troviamo i famosi Jeffrey Dahmer, John Wayne Gacy, Ed Gein, ma anche gli italiani come Donato Bilancia, Leonarda Cianciulli e Danilo Restivo.
Alcuni diventati famosi non solo per le atrocità commesse, ma anche grazie a serie TV e film: DAHMER, Il silenzio degli innocenti o Zodiac, solo alcune delle trasposizioni cinematografiche che ricordiamo.
Anche se la maggioranza dei killer sono uomini, non dobbiamo dimenticare che nella storia del crimine campeggiano donne come Aileen Wuornos – interpretata, in Monster, dalla magistrale Charlize Theron – o Leonarda Cianciulli, la donna avellinese che trasformò le sue vittime in sapone e con il loro sangue fece, a suo dire, dei deliziosi pasticcini.
Non ho potuto scegliere un caso che mi ha colpito di più, perché è stato come tirare un sassolino nello stagno: le onde concentriche si sono allargate sulla superficie della mia curiosità.
In “Serial killer. I volti del male”, Gianluca Zanella ci fa riflettere su un facile passaggio: quasi tutti gli assassini, sono state vittime di qualcun altro. Una beffa che non va giustificata, ma che di certo ci pone davanti a un quesito: la violenza genera altra violenza? A quanto pare, visti i precedenti dei criminali (facendo eccezione per alcuni), la molla che scatta in essi è scaturita da dinamiche familiari violente o da traumi infantili. Violenze psicologiche e fisiche, abusi, fanatismo, hanno portato persone già probabilmente deboli e disturbate, a trarre piacere nell’uccidere. Una macabra verità o una spietata supposizione?
“Serial killer. I volti del male”, sotto forma di saggio, ci delinea i profili degli assassini seriali, più o meno conosciuti, che si sono fatti strada nella malvagia storia del Male. Un vero e proprio viaggio nella mente criminale, che Gianluca Zanella descrive con tono giornalistico e coinvolgente, ricco di particolari, ma comprensibile a tutti. Il libro è diviso in due parti: serial killer stranieri e italiani. Ogni biografia è accurata, e porta il titolo dell’assassino con il suo “soprannome”. La prefazione di Federico Carbone e l’esaustiva introduzione rendono il quadro ancora più ampio.
Il romanzo è consigliato a chi ama la criminologia, ma credo possa essere anche per chi ha interesse nel comprendere meglio i motivi psicologici e culturali che si nascondono dietro i delitti più efferati. Alla fine del libro, Gianluca Zanella non regala certezze, anzi, ci pone davanti all’abisso, perché i mostri non si nascondono sotto il letto, ma sono ovunque. Scrive il grande Stephen King:
“I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono”.
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