Autore MANLIO BENIGNI

Titolo BLACK SABBATH E OZZY OSBOURNE

Collana RITMI

Argomento MUSICA E SPETTACOLO

Uscita in libreria

PROSSIMA USCITA

Pagine 360

Prezzo 19.00

Formato 14.00x21.00 cm

Legatura brossura con alette

EAN 9788836162093

BLACK SABBATH E OZZY OSBOURNE

Dai timidi inizi, a malapena ventenni, intorno al 1968 con l'improbabile nome di Polka Tulk Blues Band all'atteso ritorno con l'album "13" e la memorabile serie di concerti d'addio (chissà...) conclusasi nel 2017 con  il The End Tour e oltre, nelle fortunate carriere soliste, quattro modesti ragazzi inglesi della zona industriale di Birmingham hanno forgiato un nuovo suono, l'heavy metal e un nuovo immaginario ossessionato dall'occulto, dal senso del peccato, da sinistre premonizioni di disastri climatici e maledizioni cosmiche e hanno ispirato innumerevoli band, suoni, generi nei decenni a venire.

I Black Sabbath, nome "trovato" nella locandina di un film horror di Mario Bava, hanno fatta moltissima strada da quel venerdì 13 febbraio 1970 in cui pubblicarono l'eponimo album. Quella copertina inquietante, gli echi di un temporale, i rintocchi di una campana e poche, lente, inesorabili note di chitarra introducevano proprio il brano "Black Sabbath", porta di ingresso al mondo instabile e spaventoso degli anni 70, pochi mesi dopo il raduno hippy di Woodstock all'insegna del rassicurante motto 'Peace and Love'.

Anche i Black Sabbath erano hippy, ma con poche illusioni e molte paranoie (e la loro "Paranoid" è la più famosa canzone heavy metal della storia) e rispecchiavano appieno la maggiore durezza dei difficili anni 70.

Le carriere soliste del chitarrista Toni Iommi e del bassista Geezer Butler sono testimonianza di integrità e ricerca artistiche, mentre Ozzy Osbourne a un successo discografico planetario e alla creazione dell'evento metal Ozzfest ha abbinato uno status di icona pop globale, quasi in un eterno reality show personale.

Osteggiati dalla critica, adorati dai fan, i 'Sabs' hanno resistito ai cambi di formazione, ai danni delle droghe, ai disastri manageriali, al mutare delle mode e sono oggi più (in)attuali che mai, presenti, oltre che negli stereo degli appassionati, nei loghi delle nuove band, nei giochi di parole, nei meme sui social, in sintesi nell'immaginario globale del terzo millennio.