Recensione La Repubblica di Weimar. Lotta di uomini e ideali sulla rivista Su la testa novembre 2020
18 Novembre 2020

David BERNARDINI, La Repubblica di Weimar. Lotta di uomini e ideali, Diarkos, Sant’Arcangelo di Romagna, 2020, pp. 342, 18 euro.

Il libro di David Bernardini, uscito nell’estate appena passata, è a mio parere un libro da leggere.Innanzitutto per l’oggetto di cui tratta. La repubblica di Weimar è stata un crogiolo incredibile in cui si sono incontrate, scontrate e talvolta fuse tutte le tensioni sociali e le pulsioni profonde che sono nate nella e dalla prima guerra mondiale, e che poi sono arrivate fino al nazismo e alla seconda guerra mondiale. Si tratta di una travagliatissima pagina della storia tedesca (che va dal 1918 al 1933) in cui nascono molti dei suoi miti – pensiamo solo a quello dell’iper-inflazione – ma non è solamente un episodio di quella storia.La repubblica di Weimar, nel suo essere un concentrato di quella guerra civile europea che ha caratterizzato il primo dopoguerra, ci parla di una realtà molto più estesa sia sul piano geografico che cronologico. Ci parla di cosa è accaduto in altri paesi europei, e addirittura di cosa sta succedendo oggi, a cento anni di distanza. Perché in quella temperie la crisi non fu uno degli elementi del panorama sociale, ma la crisi divenne il terreno stesso dell’agire e del pensare.In particolare, l’odierna situazione italiana può essere definita come una sorta di Weimar al rallentatore, con la debolezza delle sue istituzioni, il disagio sociale che non trova soluzioni, l’emergere di proposte radicali di destra, la crisi del movimento operaio. La conoscenza di Weimar diventa allora utile per capire l’oggi, per situare in una prospettiva storica fatti ed episodi che altrimenti paiono incomprensibili.Da questo punto di vista il libro di Bernardini è utilissimo. Non è un classico libro di storia, che leggiamo per dovere, nonostante sia un po’ noioso... Il libro affronta i temi che caratterizzano quel periodo e li squaderna: non solo presenta i fatti, ma fa rivivere il clima.Inoltre il libro è molto attento alle idee che circolano, alla loro connessione con i problemi sociali, così come è molto attento alle dinamiche sociali e alle organizzazioni sociali in quanto tali.Difficilmente in un altro libro potreste leggere della “battaglia delle Kneipen” (ovvero delle osterie), che descrive l’azione dei nazisti che, per scalzare l’insediamento territoriale del partito comunista nei quartieri proletari di Berlino, cominciarono a “comprarsi” gli osti sull’orlo del fallimento per spostare gli orientamenti politici del punto di aggregazione. E di come, osteria dopo osteria, strada dopo strada, queste divennero veri e propri avamposti nazisti nei quartieri proletari, avamposti da cui far partire le azioni squadristiche e puntare a disorientare la popolazione.Se vi state ponendo il problema del rapporto tra lotta di classe e lotta nazionale, la lettura di questo libro è utilissima perché la KPD, il partito comunista tedesco, si trovò a fare i conti fino in fondo con questo problema, e provò e modificò varie volte la propria posizione, sulla base dei risultati ottenuti o meno. Così come, in questo libro, incontrerete i nazional-bolscevichi, la discussione e la pratica dell’antifascismo militante fino alla costruzione di organizzazioni paramilitari su base nazionale.Non proseguo oltre, perché una recensione non può riassumere un libro ma solo segnalarne l’utilità, come spero di aver fatto in queste poche righe. Leggere questo libro significa avere più strumenti per ragionare sull’odierna crisi italiana al di fuori del dilagante politicismo. E su come uscirne.

Paolo Ferrero