G. MEMORIA, Staccione, il mediano di Mauthausen su Firenze Viola.it
27 Gennaio 2021

Oggi, 27 gennaio, celebrando il “Giorno della Memoria” si ricorda una delle pagine più buie dell’umanità, lo sterminio di quindici milioni di persone attraverso i campi di concentramento nazisti. Una violenza senza pari perpetuata dalle SS tedesche nei confronti soprattutto di ebrei, omosessuali e oppositori politici. Nell’elenco interminabile di vittime troviamo anche il nome di un ex-calciatore viola, Vittorio Staccione, spentosi a soli 41 anni nel campo di prigionia di Mauthausen-Gusen, in Austria.

Staccione fino a pochi anni prima era considerato uno dei centrocampisti italiani più forti in circolazione. Formidabile interprete del ruolo di centromediano, esordisce col Torino, nella sua città natale; in granata passa 5 anni (intervallati da una parentesi alla Cremonese) . Poi, nel 1927, il passaggio alla Fiorentina, quattro stagioni ad alti livelli, quasi 100 partite disputate, la promozione da protagonista in Serie A e la soddisfazione di essere tra i primi nella storia ad indossare la maglia viola, utilizzata per la prima volta nella stagione 1929/30.  Alla sua straordinaria grinta in mezzo al campo Staccione affianca l’impegno politico fuori dal terreno verde: proveniente da una famiglia di estrazione proletaria, insieme ai fratelli Eugenio (anch’egli calciatore) e Francesco partecipa a diverse manifestazioni popolari. Sono però anni pericolosi per manifestare il proprio dissenso politico e la volontà di Staccione si scontra contro la repressione del regime fascista, che ne limita fortemente la carriera. Dopo un trasferimento forzato a Caserta, smette a soli 31 anni nel Savoia per dedicarsi in pieno all’impegno politico. Con lo scoppio della II Guerra Mondiale e il seguente ingresso dell’Italia nel conflitto sia Vittorio che il fratello Francesco vengono considerati nemici del regime e ripetutamente arrestati e malmenati.

Le violenze fisiche non fanno desistere i due, che continuano a partecipare a diverse manifestazioni di dissenso fino al marzo 1944, quando vengono entrambi arrestati. Vittorio e Francesco vengono deportati a Mathausen con il convoglio ferroviario n.34. Lì Vittorio Staccione passerà l’ultimo anno della sua vita e, insieme ad altri protagonisti del calcio italiano come Ferdinando Valletti e Carlo Castellani, parteciperà ad alcune partite organizzate dalle SS nel campo di concentramento. L’ultima immagine che abbiamo di Vittorio è quella che apre il libro di Francesco Veltri ispirato alla sua storia, “il mediano di Mauthausen”: Vittorio Staccione, ridotto pelle e ossa, che corre dietro un pallone sul campo di Mauthausen. Morirà il16 marzo 1945 a seguito di un pestaggio di alcune guardie; pochi giorni dopo anche suo fratello Francesco farà la stessa fine. Quella di Staccione è solo una delle tante vicende che legano a doppio filo calcio e Olocausto; la sua storia è ricordata, oltre che nel libro di Veltri, anche con la presenza nella “Hall of Fame Viola”, in cui dal 2012 compare anche il nome di un mediano che si è battuto con pari coraggio sia dentro che fuori dal campo.

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