Ludwig van Beethoven, la straordinaria complessità di un genio della musica- Recensione su Nuovo Observer
22 Febbraio 2021

UOMINI E LIBRI

Ludwig van Beethoven, la straordinaria complessità di un genio della musica

di Mauro De Vincentiis

 

“Beethoven. La straordinaria complessità di un genio” di Rocco Di Campli (Ed. Diarkos) è un viaggio per conoscere, nel 250° anniversario della sua nascita (1770), questo grande musicista, scandagliandone l'animo e le sfaccettature della complessa personalità. A partire dalla ritrattistica e dalle testimonianze di personaggi coevi, come Gioacchino Rossini, si conosce il Maestro, attraverso varie angolazioni: il quadro storico, le vicende politiche, le amicizie, gli amori, il coinvolgimento con gli ideali illuministi, gli slanci emotivi e gli influssi sui futuri romantici.

Per l'Autore di queste pagine, forse non si arriverà mai a comprendere pienamente i segreti messaggi celati nella musica di Beethoven, i suoi contrasti e le profonde contraddizioni esistenziali che caratterizzarono la sua vita. La morte fisica (1827) ha cancellato l'involucro mortale - precisa Di Campli - ma non la sua forza, anzi lo fa vivere con maggiore intensità. Fu il primo musicista “indipendente” della storia: compose per sé, non per i committenti, e per esprimere i palpiti segreti dell'anima, riversando nella musica gli affanni personali, trasformandoli in un messaggio di pace e di speranza universale.

Per Richard Wagner, con la musica di Beethoven un altro mondo si rivela a noi: “E' certamente magico lo stato in cui entriamo quando, ascoltando un'opera beethoveniana, noi percepiamo in tutte le parti della composizione uno spirito ora delicato, ora tenero, ora terribile; un trasporto pieno di palpiti, un gioire, un languire, un bramare, un inebriarsi che paiono muovere dai più profondi recessi del proprio essere”. Victor Hugo paragonò Beethoven a uno specchio sospeso e immerso tra le nuvole, nel quale ogni ascoltatore potrà riconoscere ciò che desidera e si aspetta di trovare: “il sognatore allora vi riconoscerà il proprio sogno, il pescatore la propria tempesta, il lupo le proprie foreste”.

Nel volume tutti i riferimenti storici e quelli sull'opera di Beethoven sono documentati, come quello sulla “Sinfonia di Vittoria”, dedicata a re Giorgio IV di Hannover (che sedeva sul trono del Regno Unito) che fu, tuttavia, scritta per lodare la figura e l'impresa militare di Arthur Wellesley, duca di Wellington, il futuro trionfatore nella battaglia di Waterloo. Il duca aveva sconfitto Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, nella battaglia combattuta il 21 giugno 1813 nella città spagnola di Vitoria; o come quello per la “prima” della “Nona Sinfonia”, eseguita il 7 maggio 1824. La cosiddetta “Sinfonia Corale” è il capolavoro di Beethoven. Il successo è trionfale. Con questa Sinfonia, Beethoven ha riscritto la storia della musica. Di Campli scrive che il Maestro non può udire gli applausi, ma può osservare la scena: molti spettatori tirano fuori i fazzoletti di tasca o agitano cappelli in aria. Lo stanno osannando e omaggiando nel modo più genuino e immediato. E' la consacrazione definitiva, irreversibile, di un mito che non tramonterà mai nella storia.

A 12 anni Beethoven già componeva. A trentadue divenne sordo; ciò contribuì a imprimere nel suo animo una visione tragica della vita. Compositore fecondo, fu il più grande esponente del romanticismo musicale, rinnovando la sonata, il quartetto, la sinfonia. Dalla serena vena giovanile, la sua ispirazione passò a un eroico e tormentato “titanismo”, per acquietarsi al contatto con la natura. Per Beethoven la musica era una “architettura di suoni”. Compose nove Sinfonie (dal 1800 al 1823), l'opera teatrale “Fidelio”, concerti per pianoforte e orchestra, la “Sonata a Kreutzer” (per violino e  pianoforte), sonate per pianoforte (“Patetica”, “Chiaro di Luna”, “Appassionata”), quartetti, trii.

Varie parti del saggio sono completate con il riepilogo delle composizioni dell'anno di riferimento. Quelle relative all'anno 1808, per esempio, sono: Le Sinfonie n.5 e n.6 (Op.67 e 68), la Sonata n.3 (per violoncello e pianoforte, Op.69), Due Trii (Op.70), Fantasia Corale (per soli, coro e orchestra, Op.80) e Nostalgia. Tra le composizioni dell'anno 1814 “Fidelio” (Opera lirica, terza versione), Polonaise (Op.89), Sonata per pianoforte n.27 (Op.90).

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