Alessio Atzeni, I segreti nascosti nelle opere d’arte - Fior di Libri
2 Novembre 2023

Le opere d’arte possiedono una “dimensione misteriosa” che spesso nasconde realtà parallele, ed è in questo che consiste il loro principale potere attrattivo, come afferma Alessio Atzeni, autore de “I segreti nascosti nelle opere d’arte”. Docente di Storia dell’arte e insegnante di “tecnica” delle Arti presso l’Accademia delle Grazie, da lui fondata, ha creato un percorso individuale di insegnamento che definisce “tecnico, esperienziale ed educativo” e che ha come fine, oltre al potenziamento delle capacità espressive degli allievi, anche la loro crescita personale. Ma Atzeni è, soprattutto, un artista per il quale le opere d’arte penetrano nell’animo umano attraverso le emozioni e le impressioni suscitate, in una sorta di risonanza che deriva non solo dalla loro bellezza ma, appunto, dalle verità che celano, spesso frutto di una “grande sapienza esoterica”. Ciò appare quasi come una forma di magia.

L’arte è una sfinge”, afferma l’autore citando Saul Steinberg, infatti, al pari del monumento egizio, si esprime attraverso enigmi le cui interpretazioni possono essere molteplici e, quindi, mai veritiere ma certamente salvifiche. Ciò perché mentre la vita scorre la consumiamo “addormentati, ipnotizzati e confusi da infiniti stimoli”, come le incombenze quotidiane e i falsi obiettivi che disperdono le nostre energie rendendoci meno ricettivi nei confronti di ciò che conta davvero. Spiega Atzeni come spesso ci facciamo condizionare dalla “mente razionale” che “riduce le informazioni” a quelle necessarie alla nostra sopravvivenza fisica, a cui attribuiamo una tale importanza da dimenticare la “mente intuitiva”, tanto vitale, invece, nei bambini che vivono in empatia con il creato e per questo sono curiosi e, appunto, creativi. Nell’età adulta, poi, è come se si spegnesse una luce, in genere a causa di un’istruzione dogmatica e ripetitiva e di una società votata alla sopravvivenza e proiettata in un futuro di ipotetica felicità. Per questa ragione è necessaria l’arte e anche per per ritrovare l’intuizione persa nell’infanzia e con essa la nostra creatività: “L’arte cura l’anima, agisce su più livelli contemporaneamente” sul pensiero, ossia sul cervello, sulle emozioni, quindi sul cuore, e sulle sensazioni, ovvero sulla pancia.

I grandi artisti sapevano che le opere d’arte che venivano loro commissionate dovevano avere la caratteristica di stimolare i committenti e i loro futuri eredi intellettualmente, di suscitarne il piacere, di risvegliarne “la fantasia, l’ingegno e l’intuizione”. Spesso si trattava di istituzioni pubbliche come il Comune o la Chiesa, soprattutto papi, cardinali e alti prelati e, quindi, le opere richieste dovevano rappresentare i valori e i costumi del loro tempo e, in particolare, dovevano istruire il popolo attraverso le immagini, il cui potere è immenso. Ciò che il fruitore di un’opera d’arte recepisce dipende, ovviamente, dalle proprie capacità intellettive e culturali, in grado di consentirgli di fermarsi alla superficie, il livello essoterico, o di giungere al fondo, quello esoterico, passando per i gradi intermedi: allegorico, mitologico e biblico. Il vantaggio offerto da un’immagine è che essa arriva immediata e intensa ed è trasversale poiché impressiona anche l’analfabeta, per questo in passato la pittura sacra veniva utilizzata per evangelizzare il popolo e per intrattenere e controllare il fedele tediato da lunghe celebrazioni liturgiche.

Il linguaggio dell’arte si serve di figure (i personaggi e le loro pose), di segni, di numeri, di simboli, di allegorie, di codici e di enigmi. Nel suo saggio l’autore racconta di tutto questo, a partire dalle opere di Caravaggio, notoriamente descritto come collerico e propenso a mettersi nei guai, più che altro perché, come apprendiamo, la fonte principale della sua biografia era un suo detrattore. L’artista è, inoltre, conosciuto come “il pittore del reale” poiché rappresentava nei suoi quadri persone comuni: gente di strada, prostitute e locandieri, oppure particolari poco nobili come “piedi sporchi” e “deretani in primo piano”. In realtà, si rivela come il più misterioso tra i pittori, infatti, sono analizzati alcuni suoi capolavori, dei quali viene svelata la ricca simbologia esoterica destinata a una committenza colta. Di questi troviamo anche le rispettive tavole, così come avviene per gli altri autori, descritte in ogni minuzioso particolare che, tuttavia, per essere assimilato, necessita, come consigliato, di una lettura accompagnata dall’immagine in digitale ingrandita ad alta risoluzione. Solo così è possibile cogliere ciò che è sempre stato sotto i nostri occhi ma non avevamo mai notato e che, una volta individuato, non scompare più, come, ad esempio: la posizione di una figura che rappresenta una lettera dell’alfabeto ebraico, il profilo di una roccia che diventa un volto umano, un’immagine che, capovolta, si trasforma in un’altra completamente diversa, animali e oggetti e loro accostamenti o colori e associazioni degli stessi apparentemente casuali, i quali, invece, rivelano significati ben precisi, espressioni del volto che sembrano manifestare determinati sentimenti ma che, guardati da un’altra angolazione, rappresentano il loro opposto. Tuttavia, a volte, è difficile discernere l’interpretazione da ciò che potrebbe essere semplice suggestione.

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