Valeria Biotti autrice di "Ayrton Senna" su 9colonne
23 Aprile 2020

VIRUS, LA RADIO RESISTE E ANTICIPA IL FUTURO

La drastica riduzione della mobilità poteva essere la tomba della radio: con il 67 per cento in meno di persone che utilizzano l’auto i dati di ascolto rischiavano un autentico tracollo. Il lockdown, inoltre, è stato vissuto nel 90 per cento dei casi in compagnia di famigliari, il che disincentiva l’ascolto di un mezzo come la radio che è da sempre un momento personale e di attenzione. La minore mobilità ha sicuramente avuto un impatto sugli ascoltatori della radio, ma tutto sommato contenuto, stando ai dati della ricerca di Gfk “Tavolo Editori Radio”, secondo la quale il reach medio al giorno è calato solo del 20 per cento e l’81,1per cento degli ascoltatori non si è allontanato dal medium durante l’isolamento. L’audience dunque è calata solo del 17 per cento, sono aumentati i dispositivi di ascolto: non più solo l’autoradio, ma via libera agli apparecchi domestici, agli smartphone tramite app, così come computer e televisioni. L’ascolto della radio è divenuto casalingo ma chi si è dovuto muovere con l’auto ha mantenuto le buone abitudini. E il modo di fare radio, durante l’emergenza del Covid-19, come è cambiato? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti dell’etere nazionale e locale, per capire in che modo hanno modificato il loro “tono di voce”, la scelta degli argomenti, la narrazione. E se questa emergenza è destinata a lasciare un segno anche sulla radio del futuro.

...BIOTTI (RETESPORT): IL CALCIO? AL PUBBLICO MANCA MA NON È UNA PRIORITÀ - Parlare di qualcosa che non c’è in tempi di virus diventa una doppia sfida. E’ il caso di chi si occupa di sport, di calcio in particolare, come Valeria Biotti, conduttrice su Rete Sport di un seguitissimo programma per chi è di fede romanista. “Più che informazione – ci spiega - si fa commento e racconto. Quindi meno notizie in senso stretto, noi speaker diventiamo più o critici o narratori: si approfondisce tanto e si fa amarcord. Impariamo a fare sempre di più con ancora di meno, a volte un dettaglio ti fa una trasmissione”. La ripresa del campionato tiene banco anche nell’attualità politica ma a microfoni aperti la realtà è molto diversa: “E’ più una questione da addetti ai lavori, la mia sensazione è che ci sia la mancanza delle partite di calcio ma che non sia così forte e prioritaria come ci immaginavamo. Certo, il calcio è lo specchio della normalità, ma c’è un grosso senso di realtà nelle persone, che sentono più la mancanza della propria di normalità. E poi c’è chi pensa che il mondo del calcio non debba avere i soliti privilegi e la ripresa debba essere in linea con il resto della vita”. La radio, sottolinea Valeria Biotti, che ha appena scritto un libro sul mito di Ayrton Senna e che firma quotidianamente sul Corriere dello Sport, “dà modo di reinventarsi molto di più della carta stampata: si gioca, si dà spazio alla musica e quindi si rivedono le percentuali di ciò che si racconta. Nella mia trasmissione puntiamo tanto sulla surrealtà: riusciamo a fare puntate in cui riscriviamo in maniera laterale la realtà che viviamo. E la gente ci segue perché c’è voglia di evadere e di guardare ciò che conosciamo in maniera nuova”. Il futuro della radio sportiva sarà diverso da ieri? “Non sono tra chi pensa che il virus ci darà un mondo migliore: chi è portato a far tesoro delle occasioni ci riuscirà, gli altri rafforzeranno i propri egoismi. Penso che questo passaggio storico sia solo un grosso amplificatore di ciò che eravamo già: mi aspetto un mondo molto simile a quello che conoscevamo, anche dal punto di vista del racconto sportivo. Credo che la resistenza al cambiamento insito alla natura umana farà di nuovo il suo corso”.

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