Ciao Federica, la Pellegrini secondo Arcobelli su Repubblica
7 Dicembre 2021

La nuotatrice ha chiuso la sua carriera: un libro ne racconta il suo percorso di vita.

Se siete appassionati di nuoto, o semplicemente interessati alle cose delle piscine e ai campioni che le popolano, questo è il libro giusto: "Federica Pellegrini. Vincere, vivere, sorprendere: lo stile libero di una leggenda italiana" edito da Diarkos e scritto da Stefano Arcobelli: 16 euro.

Perché? Per una semplice ragione: Stefano Arcobelli segue, pedissequamente, ogni evento natatorio dalla fine dell’altro millennio: lo ricordo, a Istanbul 1999. La sua prima volta. Da quell’agosto, a oggi, il nuoto è il suo pane quotidiano.

Dunque, anche la sirena Pellegrini è finita nel suo mirino di cronista. Non poteva essere altrimenti. Erano l'uno nel destino dell'altra. Pensate che fu Arcobelli, a Budapest 2006, a mettere le mani nel portafogli (dopo un toruoso giro in un outlet olandese) per regalarle qualcosa in vista dei suoi 18 anni, visuuti da infortunata prima di affidarsi a Malagò e Castagnetti: un costume da bagno, un bikini leopardato (essendo una tipa tosta, aggressiva, si pensava fosse quello il suo stile), che probabilmente la campionessa non ha mai indossato (o chissà? Potrebbe essere lo spunto per un ulteriore capitolo).

 

Dunque, se vi manca una qualche conoscenza della Pellegrini, questo è il libro giusto (l’ho già detto, vero?): perché l’autore è un segugio in cerca sempre di un tartufo, un segugio di prim’ordine. Di quelli che non si distraggono mai, che non fanno gli inviati pensando al cibo gourmet, allo shopping da souvenir. Ma con sun solo focus: piscina, gare, campioni.

È la scuola Gazzetta, in fondo. Prima di lui c’era Aronne Anghileri: cronometro e statistiche le sue priorità. Stefano ne è stata l’evoluzione, un 2.0 del giornalismo di una volta che si adatta, e  coniuga, le richieste attuali che vogliono più storie che cifre.

Quante discussioni, proteste, minacce (metaforiche) con la Pellegrini. Ma sempre in nome del giornalismo, dalla parte del lettore per renderlo più edotto e informato. Nonostante certi media manager, che all’inizio piagnucolavano spazio e aiuto e poi, dopo il successo, hanno mostrato il loro vero volto, quello dell’arroganza. Ma è la vita: si ha bisogno dei giornalisti solo quando ci si sente vittime, poi li si può buttare nel water a piacimento. Tranquilli, non accade solo nel nuoto.

E, comunque, non c’è questo nel libro. Forse sì, più o meno velatamente. No. C'è tanta qualità, e umanità nel raccontare il roller coaster di un'atleta, i suoi top e i suoi flop, i suoi sentimenti. Però le recensioni devono intrigare, incuriosire, non certo spoilerare. Dunque, siamo a Natale? Ecco, questo libro è un’ottima idea regalo. Anche economica, ripeto a certe schifezze che vedo in giro.

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