Micromega: “Filosofia dell’Ottocento. Dall’Idealismo al Positivismo”, di Vladimiro Giacché
5 Aprile 2023

Nel suo libro, Vladimiro Giacché intreccia spiegazioni storiche e teoriche, parole degli autori e commenti di filosofi successivi, tentano di rendere la storia della filosofia un compito da vivere oltre che da studiare.

Il volume di Vladimiro Giacché si presenta imponente già allo sguardo. Ciò fa da specchio, in una stretta correlazione tra forma e contenuto, ad uno dei principali intenti che animano questo libro: rilanciare l’utilità, per non dire la necessità, dello studio della storia della filosofia. Nelle 672 pagine che compongono questo viaggio attraverso buona parte della filosofia dell’Ottocento, Giacché si propone di fornire degli strumenti tanto per comprendere il nostro presente sulla base dei suoi presupposti storico-culturali, quanto per criticare sensatamente la realtà in cui viviamo fornendo degli «orizzonti teorici diversi».

Dopo una breve introduzione che chiarisce gli intenti dell’autore, il lettore è subito immerso nell’esposizione manualistica, in un senso non dispregiativo ma letterale, di una storia che ripercorre lo sviluppo diacronico delle teorizzazioni e dei dibattiti filosofici che si sono succeduti da dopo Kant (o dopo la Rivoluzione Francese) fino alla filosofia positivista di metà Ottocento. Il tono e lo stile non mirano ad essere specialistici, ma tentano, nei limiti del possibile, di rendere accessibili (anche a coloro che di filosofia siano digiuni) i nuclei teorici essenziali del pensiero degli autori trattati. A questo proposito, la suddivisione in piccoli paragrafi, dotati di titolo in neretto, consente al lettore di avere un costante appiglio a cui aggrapparsi: le informazioni vengono consegnate in piccoli gruppi teorici, al termine dei quali è possibile fare una verifica di ciò che si è capito o meno prima di procedere ulteriormente. Alle lunghe esposizioni disarticolate, Giacché contrappone una forma compartimentata ed organizzata, ma non per questo meno organica, del discorso.

Oltre alla parte esplicativa della storia narrata, che pure la fa da padrona, ciascun capitolo, autore principale o tema di rilievo trattato, è accompagnato da una antologia di testi. Anzi, per essere più precisi, da due tipi di antologie di testi. È bene sottolineare questo punto perché qui risiede una delle originalità del volume in questione. Alle più classiche antologie di testi degli autori, che pure offrono un confronto diretto imprescindibile per chi voglia avvicinarsi davvero al discorso filosofico, Giacché affianca una piccola antologia critica, ovvero uno o più saggi di studiosi (più o meno contemporanei all’autore trattato) che si siano confrontati direttamente con i nodi più rilevanti o più dolenti di un particolare pensiero. Quest’operazione è originale almeno in due sensi: innanzitutto perché, almeno nella personale esperienza da studente di chi scrive, non si trova quasi mai nei manuali classici un’antologia di saggi della critica; inoltre, è il tentativo concreto di perseguire l’obiettivo di cui si parlava all’inizio. Se davvero la storia della filosofia deve essere riattivata e rivalutata, allora è necessario renderla viva, pulsante; è necessario mostrarne il carattere problematico che, anche a distanza di decenni o secoli, non smette di assillare chi voglia confrontarsi con determinati temi.

Due domande possono sorgere spontanee a chi si imbatta in questo volume su di uno scaffale di una libreria: perché se, come si legge nell’introduzione, l’intento è quello di rilanciare la necessità della storia della filosofia, si parte dalla filosofia dell’Ottocento? E ancora, a chi è rivolto esattamente questo libro?

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