Vladimiro Giacché. Hegel. La dialettica – istruzioni per l’uso su Coku.it
27 Giugno 2020

L’ultimo libro di Vladimiro Giacché, «Hegel. La dialettica», pubblicato da Diarkos, libro che vi consiglio di leggere, non costituisce l’occasione o il pretesto per una sortita filosofica. La filosofia di Hegel, dice Heidegger (1941), si staglia (stecht) definitivamente nella storia del pensiero come l’unica e ancora incompresa richiesta di un confronto con essa. Nietzsche, che si liberò lentamente e tardi della misera tendenza, ereditata da Schopenhauer, a diffamare e disprezzare Hegel, disse una volta: Noi tedeschi siamo hegeliani, anche se un Hegel non fosse mai esistito.
In questa considerazione viene colto un aspetto della filosofia di Hegel che la rende, allo stesso tempo, conturbante e ostica. Filosofare, vuol dire Giacché, non corrisponde a pensare, o pensare correttamente secondo un metodo. Per Hegel la filosofia è piuttosto un viaggiare (pervagari) che intraprende un cammino. Ma il cammino (la strada) non esiste per viaggiare. Ciò a cui si va incontro non «è» lì già dato. Il viaggiatore mette in cantiere se stesso, gli attrezzi che fabbrica «strada facendo» e la strada che percorre.

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